lapide, opera isolata - bottega bresciana (sec. XVIII)

lapide, 1700 - 1700

Lastra rettangolare con data incisa che sormonta due mani incrociate, simbolo dell'ordine francescano

  • OGGETTO lapide
  • MATERIA E TECNICA marmo botticino/ scultura
    marmo botticino/ incisione
  • AMBITO CULTURALE Bottega Bresciana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di Santa Maria degli Angeli
  • INDIRIZZO Via Santa Maria degli Angeli, Pralboino (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lapide in esame è posta davanti al portico d'accesso alla chiesa. Reca inciso il simbolo dell'ordine francescano ed è probabile che sia una lapide sepolcrale che segnava il sepolcro dei frati francescani. E' interessante la tipologia dello stemma perché nel proporre due semplici mani incrociate richiama l’originario emblema che San Bonaventura scelse come proprio stemma cardinalizio: uno scudo azzurro con la mano di Cristo e quella di San Francesco inchiodate una sull’altra da un unico chiodo a voler significare il patto indissolubile che lega ogni frate minore a Cristo. Tra il 1475 e il 1499 tale stemma fu adottato come simbolo ufficiale dell’Ordine ed in seguito è stato modificato per segnare la differenza tra il braccio di san Francesco, manicato, e il braccio di Cristo, inoltre è stato eliminato il chiodo. Differenti tipologie di stemma serafico sono conservati nella basilica di Sant’Antonio a Padova e testimoniano la volontà di sostituire il significato del patto indissolubile stabilito tra il santo e Cristo con l’immagine di Francesco come alter Christus (per un repertorio di stemmi serafici e per le informazioni sull’evoluzione e sul significato dello stemma serafico si veda http://santantoninob.altervista.org/index.php/component/content/article/48-articoli/106-lo-stemma-francescano.html). Nella sua semplicità delle mani incrociate, senza alcuna distinzione tra Cristo e santo, lo stemma di Pralboino potrebbe significare il legame tra ogni frate minore del convento e Cristo. I minori osservanti si insediano a Pralboino dopo che, nel 1444, i feudatari Gambara concedono il permesso al Comune di donare ai frati il terreno dove fabbricare il convento (informazione ricavata dal contributo di B. Viscardi citato in bibliografia di confronto, p. 157). Il convento faceva parte della Provincia Bresciana dell'Osservanza ed è raffigurato tra le vedute delle 35 sedi della Provincia, che sono dipinte nel 1625 circa nel secondo chiostro del convento bresciano di San Giuseppe. La didascalia che accompagna il dipinto ricorda che il convento è stato edificato in seguito alla predicazione di San Giovanni da Capistrano. L’interno della chiesa, invece, consacrata nel 1497, fungeva da cappella gentilizia dei nobili Gambara di Pralboino, Milzano e Gambara. Da Santa Maria degli Angeli provengono una bella lastra tombale con lo stemma dei Gambara, un gambero d'acqua dolce affusolato (pubblicata da B.Viscardi, p. 58 e ripresa da Guerrrini nel contributo del 2010 citato in bibliografia) e la lapide tombale di Ludovica Gambara, posta sotto l'arco quattrocentesco all'ingresso del castello di Parlboino (si veda B. Viscardi, p. 72). Nella tomba gentilizia della chiesa erano sepolti il conte Gianfrancesco Gambara, morto nel 1511, e Laura Gambara morta nel 1549 (si veda il contributo di Viscardi, pp. 72, 76, 89)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300185267
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • ISCRIZIONI in basso - 1700 - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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