Madonna con Bambino tra i santi Sebastiano e Rocco

dipinto, ca 1570 - ca 1600

Affresco strappato e montato su alveolare

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Aliprandi Michelangelo (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piccolo affresco votivo dovrebbe provenire da un non meglio identificato edificio di contrada Bellalancia, assieme a molti altri affreschi inventariati contestualmente in Palazzo. La presenza dei santi Sebastiano e Rocco, facilmente identificabili in virtù dei loro consueti attributi, induce a credere che l'affresco nasca per scongiurare un'epidemia o celebrarne la fine. Credo che a questo dipinto alluda PACCAGNINI (1973, p. [59]) descrivendo "un affresco del sec. XVI raffigurante la Madonna col Bambino e i SS. Rocco e Sebastiano", strappato da un edificio di via Alberto Mario. Tanto Giovanni Agosti quanto Renato Berzaghi mi hanno indipendentemente suggerito (com. or.) di cercare l'autore di questo affresco votivo tra i pittori tardomanieristi veronesi "di seconda fila", e Sergio Marinelli ha precisato (com. or.) che l'opera dovrebbe spettare a Michelangelo Aliprandi (su cui: REPETTO CONTALDO 1968; REPETTO CONTALDO 1978), del quale è nota un'attività a Sabbioneta; qui LAMO (1584 [1976], p. 99) ricorda infatti la "facciata poi del palazzo Ducale tutta dipinta di chiaro, e scuro da alcuni trofei in fuori finti di bronzo per mano di Michel'Agnolo Veronese" (cfr. ZAIST 1774, I, p. 211); VENTURA (2009, p. 272 nota 10) tuttavia dubita che si tratti di Aliprandi. Il confronto con il dipinto di Aliprandi di analogo soggetto e conservato alla Pinacoteca Tadini di Lovere è soddisfacente, mentre non lo è quello con la pala in Santi Nazario e Celso a Verona, che mostra una gamma cromatica veronesiana priva di riscontro nel raffazzonato murale mantovano. Vale la pena segnalare che un parente di Michelangelo, il pittore veronese Jacopo Aliprandi, il 28 marzo 1570 ottiene cittadinanza mantovana, dichiarando di dimorare in quella città da quindici anni (ASMn, AG, Decreti, vol. 48, c. 240v); nello stesso 1570 Jacopo è documentato al lavoro nella villa Capilupi di Suzzara (CAPILUPI 1966, pp. 45-46). Non escludo però che l'opera possa spettare a un artefice locale di fine Cinquecento, sotto l'influsso della pittura di Francesco Borgani. A lui rimanda soprattutto il gruppo centrale: la torsione del Bambino non è troppo diversa da quella esibita nella pala qui al cat. 349
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152483
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 2004
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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