RUDERI DELL'ANTICO STALLABIO (strutture murarie, infrastruttura di servizio)

Ivrea,

Ricordata nell'opera Theatrum Sabaudiae del 1682 (“[...] vicino a Bollengo, che è ad un miglio dalla città, si vedono ancora molti antichi edifici diroccati, che si ritiene siano resti di scuderie fatte costruire dai Romani”), la mansio di Stallabia era collocata a circa 2,5 km dalla città, e a circa 1 km dall'asse stradale che collegava Eporedia a Vercellae. La posizione è indicativa del fatto che il complesso non rientrava nell'impianto originario della città, differendo peraltro dall'orientamento della centuriazione romana. In origine doveva sorgere su un lieve rialzamento del terrazzo alluvionale (attualmente livellato), che lo rendeva salubre rispetto ai terreni paludosi nei dintorni. I muri superstiti della struttura, citati in diverse opere corografiche, tra cui quella del Casalis (1841, vol. VIII, p. 616), furono riconosciuti nel 1959 da Barocelli, che rilevò due tratti pertinenti ad una recinzione rettangolare, rispettivamente di 135 m. a nord e 99 m. ad est, in grave stato di degrado. Gran parte di questi tratti emergenti sono stati in seguito demoliti, nonostante una notifica di vincolo del 1911, per permettere l'escavazione di un bacino d'acqua, per l'estrazione di sabbia e ghiaia, e da ultimo per l'impianto di diversi stabilimenti industriali. I pochi lacerti ancora oggi esistenti, sono visibili sul lato sinistro della provinciale 228 per Bollengo, invasi da rovi ed in stato di rovina. I muri conservano uno spessore di 0,45-0,50 m., e presentano una tecnica edilizia in opus mixtum, con rivestimento in piccolo pietrame di cava e ciottoli fluviali, frammisti a frammenti di laterizi, legati da malta di calce poco consistente. Dal fronte meridionale del recinto si innestano perpendicolarmente resti di muri ad intervalli di 5-6 m., conservati solo nella parte iniziale, che sembrano delimitare degli spazi interni. Nell'area adiacente si osservavano in passato dispersioni superficiali di frammenti ceramici e laterizi. La cronologia, in mancanza di adeguati scavi, rimane incerta e per il momento, in base alla tecnica edilizia, si accetta una datazione tardo imperiale

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