Pietro Mica d'Andorno mette fuoco alla miccia con certezza di perire MDCCVI. Pietro Micca fa esplodere la miccia

dipinto,

La scena si svolge in una galleria sotterranea, al buio: Pietro Micca, al centro, inseguito dai soldati francesi con la torcia in mano, si accinge a dar fuoco alla miccia che impedirà loro l'accesso alla città di Torino. Cornice in legno intagliato e dorato con decorazioni in pastiglia a volute vegetali

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Cusa Michele (1799/ 1872): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Convento dei Servi di Maria
  • INDIRIZZO Strada alla Basilica di Superga, 73, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'episodio di Pietro Micca che accende la mina durante l'assedio del 1706 è narrato nel volume di Louise Lemercier "Victor Amédee ou Le siège de Turin" stampato a Parigi nel 1830 (p. 146) e pubblicato a Torino nello stesso anno col titolo "Pietro Micca ou le siège de Turin sous le règne de Victor-Amédee II" (cfr. scheda di M. Rosci nel catalogo della mostra "Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna. 1773-1861, a cura di M. Rosci e E. Castelnuovo, Torino 1980, v. I, p. 424, n. 394). La notte del 9 agosto il soldato minatore Pietro Micca di Andorno nel Biellese appiccò il fuoco alla miccia che fece saltare in aria le truppe francesi che stavano entrando nell'ultima galleria che li separava dall'ingresso in città: e con questi morì anche il minatore, il cui corpo fu ritrovato a quaranta passi di distanza sotto le rovine. Il dipinto faceva parte della serie di dodici tele riferite alla fedeltà dei sudditi ai sovrani, di vari artisti, destinati ad arredare la Sala del Caffè di Palazzo Reale, rinnovata a partire dal 1841 sia sotto il profilo architettonico sia sotto quello della decorazione (Clemente Rovere nella sua "Descrizione del Reale Palazzo di Torino" del 1858 registra il dipinto sulla "parete a borea, a sinistra della porta", p. 155). La presenza dell'incisione relativa all'opera realizzata dal barone Zino nel volume "Fasti della Reale Casa di Savoia e della monarchia descritti da Tommaso Vallauri e corredati d'incisioni eseguite da valenti artisti sui disegni di G. Zino" edito a Torino da G. Pomba nel 1845 (pp. 101-104), consente di datare il quadro di Cusa entro il 1845. Insieme ai tre ritratti sabaudi (Amedeo VIII di Arienti, Carlo Emanuele I di Molteni e Vittorio Amedeo II di Bezzuoli) e alle tre tele delle "benemerenze culturali" dei Savoia, di Storelli, che completavano l'arredo della sala, il nucleo fu inviato nel gennaio 1898 alla basilica di Superga e sistemato negli appartamenti reali annessi alla basilica (bolletta di scarico n. 6 del 31 gennaio 1898, cfr. nn. 259-276 dell'inventario di P. Reale del 1879-1898, A.S.T., Casa SM 4536). Il dipinto si trova attualmente presso il Laboratorio di restauro Nicola di Aramengo d'Asti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100200852
  • NUMERO D'INVENTARIO 370
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI cornice, su targhetta inchiodata al centro in alto - PIETRO MICA D'ANDORNO METTE IL FUOCO/ ALLA MINA CON CERTEZZA DI PERIRE/ MDCCVI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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