cantoria, complesso decorativo di Juvarra Filippo, Casella Antonio (prima metà sec. XVIII)

cantoria,

L'arco con cui si apre il coretto è definito da due volute affrontate. La balaustrata ad andamento sinuoso presenta al centro un triangolo raggiato circondato da angioletti e cherubi; ai lati teste femminili fra volute vegetali. Sui piedritti angioletti a tutto tondo sostengono la balaustrata

  • OGGETTO cantoria
  • MATERIA E TECNICA marmo verde delle Alpi
    legno/ scultura/ doratura
    marmo bigio
    marmo giallo di Verona
  • ATTRIBUZIONI Juvarra Filippo (1678/ 1736): progettista
    Casella Antonio (1677/ 1748): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'istruzione di Francesco Juvarra dell'ottobre 1721 per la costruzione delle tribune è contenuta in una convenzione tra la confraternita della SS. Trinità e lo scultore luganese Antonio Casella, nella quale sono dettate con precisione le modalità da seguire per completare il rivestimento in marmo della chiesa (Dardanella G., 1989). Antonio Casella definito "scultore Taglia Pietre" fu responsabile probabilmente solo dell'approntamento dei marmi. Resta sconosciuto l'autore della balaustrata in legno, abile scultore, forse da non identificarsi con l'artefice della cornice del quadro posto sull'altare ovest. Il partito decorativo, in questo caso, rispetta una scansione rigida: l'ornato non si espande al di fuori dei limiti previsti dagli scomparti che suddividono la balaustrata, come appare evidente dalla distribuzione degli angioletti (più torniti e con lineamenti fisionomici più morbidi di quelli che compongono la cornice su citata). Sugli stipiti del coretto sono state applicate nei primi decenni di questo secolo due lampade a conduzione elettrica col braccio in ferro battuto, ancora visibili sui coretti posti a ovest e a sud, mentre risultano perse (è rimasto infisso alla parete solo l'attacco), quelle del coretto est. Una lampada analoga è stata applicata anche sulla vetrata del coro. All'interno del coretto sopra l'ingresso pricipale vi è un organo. L'organo è stato studiato da Luciano Fornero in occasione di una schedatura svolta nel 1979 (0100016774). Grazie a Nicola de Liso viene reso noto che lo strumento, opera dei fratelli Serassi di Bergamo nel 1846 col numero 587, è stato restaurato da Carlo Vegetti Bossi di Torino nei primi anni del secolo corrente e successivamente riparato nel 1960. Nel coro esisteva un altro organo databile tra il 1730 e il 1742 di Giuseppe Calandra di Torino (Galazzo A., 1990), la cui cassa venne schedata da Bertini A. prima del 1943 (fondo storico, n.39): sia la cassa che l'organo sono andati distrutti durante l'incendio del 1943.La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142115
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI fianco sinistro dell'organo - Beretta Lorenzo 1889/ Orsolano Giuseppe Daniele 1880 - corsivo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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