Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia del 1902
Nel 1902 il Ministero della Pubblica istruzione pubblica, a cura dell’allora Direttore generale delle Antichità e Belle arti, Luigi Parpagliolo, un elenco degli “edifizi monumentali” cioè i monumenti di particolare interesse e pregio sul territorio nazionale. Con circolare del 14 agosto 1898, n. 65, viene chiesto agli Uffici Regionali preposti per la Conservazione dei Monumenti di compilare le schede di catalogo, oggi conservate in ICCD, di questi edifici monumentali al fine di far conoscere l’importanza storica e artistica, lo stato di conservazione e le condizioni giuridiche del patrimonio artistico nazionale. Nascerà così il primo elenco di monumenti nazionali, che verrà arricchito negli anni a venire, col fine di raccogliere, conservare e tutelare i beni culturali.
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Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia del 1902
Dopo l’Unità d’Italia una serie di edifici e luoghi viene dichiarata “monumento nazionale” e viene stabilito l’obbligo per il governo della conservazione e tutela di alcuni complessi monumentali secondo la legge 7 luglio 1866, n. 3096, art. 33. Con il termine “monumenti” vennero indicati gli “edifici e luoghi che si ricollegano alla nostra storia o alla memoria di grandi uomini”. I monumenti, dunque, si definiscono come veri e propri mezzi storici di comunicazione, “documenti di pietra”, presenti soprattutto nelle città, nella duplice veste di “complessi architettonici dotati di imponenti apparati decorativi, o in quella di singole opere celebrativo-commemorative”. Secondo Parpagliolo con la parola “monumento” si doveva intendere “l’immobile o il mobile, l’edificio o l’oggetto che ammonisce, avverte, contiene, cioè, qualche insegnamento”. Parpagliolo, curerà la redazione del Codice delle antichità e belle arti (1913) e sarà membro della commissione per la revisione della Legge 11 giugno 1922, n. 778 2Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”, le cui proposte non a caso confluiranno nella Legge 29 giugno 1939, n. 1497, sostituita poi soltanto dalla cosiddetta Legge Galasso. Da notare che il termine monumento non aveva uno specifico contenuto giuridico, ma rientrava negli effetti della legge comune di tutela monumentale del 20 giugno 1909, n. 364. Con particolare riferimento, invece, alla legge di tutela n. 1089 del 1 giugno 1939, cioè relativa alla “Tutela delle cose di interesse artistico e storico”, si definisce “monumento” l’edifico, l’opera o la “cosa” che, per il suo riferimento all’arte, alla storia, alla cultura, abbia evidenti caratteri di pubblico interesse. Oggi si considerano “monumenti nazionali” molte opere che presentano un interesse rilevante non solo dal punto di vista architettonico, o delle arti figurative, come ad esempio i beni archivistici e librari. Questo elenco fu utile per cominciare un lavoro di raccolta e conservazione dei monumenti più importanti d’Italia. Una fase fondamentale per questo processo sarà la redazione di schede e inventari di beni artistici, archivistici e bibliografici. L’archivio storico dell’ICCD conserva le schede cartacee che descrivono questi monumenti e a testimonianza della loro importanza sono presenti diverse schede che presentano il vincolo, cioè la dichiarazione ufficiale di bene statale non più alienabile.
L’elenco degli edifici monumentali si presenta diviso in dieci aree geografiche definite “Regioni” in base agli Uffici Regionali responsabili e suddiviso nelle province dell’epoca come segue:
Regione I. Piemonte e Liguria. — Provincie di Alessandria, Cuneo, Genova, Novara, Pavia, Porto Maurizio e Torino.
Regione II. Lombardia. — Provincie di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Milano, Pavia e Sondrio.
Legione III. Veneto. — Provincie di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Udine, Venezia, Verona e Vicenza.
Regione IV. Emilia. — Provincie di Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia.
Regione V. Toscana. — Provincie di Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Pisa e Siena.
Regione VI. Marche ed Umbria e Provincia di Teramo. — Provincia di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Perugia e Pesaro Urbino, Teramo.
Regione VII. Provincie di Roma, Aquila e Chieti.
Regione VIII. Provincie meridionali. — Provincie di Avellino, Bari, Benevento, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Foggia, Lecce, Napoli, Potenza, Reggio Calabria e Salerno.
Regione IX. Sicilia. — Provincie di Caltanisetta, Catania, Girgenti, Messina, Palermo, Siracusa e Trapani.
Regione X. Sardegna. — Provincie di Cagliari e Sassari.
L’itinerario ha l’intento di rintracciare i monumenti presenti nell’Elenco del 1902 all’interno del catalogo dell’ICCD mantenendo la denominazione originaria degli edifici e per ognuno, dove possibile, mostrare la scheda cartacea originale che lo descrive. In aggiunta sono presenti materiali fotografici prevalentemente provenienti dal Fondo Ministero della Pubblica Istruzione, dal Gabinetto Fotografico Nazionale e dal Fondo Ferro Candilera.