Cristo in pietà e angeli (rilievo), Bellano Bartolomeo (1450-1499)

rilievo, 1450-1499

L'opera presenta Cristo deposto nel bianco sepolcro da due angeli; e, alle sue spalle, un viso rivolto verso l'alto. Fondo oro.

  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA tela dipinta applicata su stucco a rilievo
  • MISURE Altezza: 85
    Misure varie: Con cornice 95,5x81x19
    Larghezza: 78
  • ATTRIBUZIONI Bellano Bartolomeo (1437-ca. -1496-1497)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • INDIRIZZO Via S. Maria dell'Angelo, 9
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attribuzione al Bellano fu avanzata da Corbara che riferì l'ipotesi verbale di G. Fiocco. Databile attorno al 1460, questa opera è pervenuta in Pinacoteca per acquisto dall’antiquario Ernesto Monti nel 1937. Il Cristo, quasi seduto sul bordo del sarcofago, è sorretto da tre angeli piangenti. Il suo corpo sporge dalla tomba fino al di sotto delle ginocchia e i fianchi sono coperti da un doppio perizoma, bianco e azzurro. Il volto dell’angelo centrale, fortemente espressivo, rappresenta il culmine sia della composizione piramidale che forma assieme alle braccia del Cristo sia della drammaticità espressa dall’opera. Il manufatto in cartapesta è una rara testimonianza di opere realizzate con una tecnica quanto mai economica e al contempo effimera. Sono opere che si inseriscono in quell’artigianato di alta qualità artistica destinato alla devozione privata di cui fanno parte anche le ceramiche invetriate, le opere in terracotta policroma e le sculture lignee, tutti prodotti perlopiù eseguiti su esempio di modelli marmorei o bronzi. Nell’epoca rinascimentale opere di questo tipo conobbero una discreta fortuna e diffusione. Il successo di una composizione particolarmente riuscita produceva fin dalla nascita dell’opera di circolazione di “multipli” in materiale povero come stucco, terracotta, cartapesta fino alle riproduzioni a stampa che si diffusero a fine Quattrocento. Il modello del rilievo faentino è sicuramente attribuibile alla bottega di Donatello. Un richiamo puntuale a una scultura del maestro si riscontra nella posa del Cristo, la cui testa, quasi di profilo, si appoggia sulla spalla destra. Questa posa trova corrispondenza con il Cristo morto conservato a Londra. L’esasperazione dei tratti fisionomici che caratterizza gli angeli dolenti trova un parallelo siginificativo con alcune opere padovane e ancor più nei pannelli dei Pulpiti eseguiti da Bartolomeo Bellano sotto la direzione di Donatello per la Chiesa di San Lorenzo a Firenze. Proprio a Bartolomeo Bellano, collaboratore di Donatello, viene generalmente attribuita l’opera faentina. (Il testo è una sintesi delle schede pubblicate da Michele Andrea Pistocchi nei cataloghi delle mostre la Forma del Rinascimento tenuta a Palazzo Venezia di Roma nel 2010 e Gli angeli della Pietà tenuta al Museo della Città di Rimini nel 2012).
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • ENTE SCHEDATORE CRC srl Bologna
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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