Senza titolo

dipinto, 1977
  • FONTE DEI DATI Regione Emilia-Romagna
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA carta/ applicazione su tela/ tecnica mista
  • MISURE Altezza: 69 cm
    Misure varie: 103,5x132,5 con cornice cm
    Larghezza: 98 cm
  • ISCRIZIONE Vacchi 1977
  • ATTRIBUZIONI Vacchi Sergio (1925 -2016)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Comunale di Faenza - Faenza
  • INDIRIZZO Via S. Maria dell'Angelo, 9
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra il 1977 e il 1978 il maestro Vacchi si cimenta in un nuovo ciclo chiamato dei Capricci nel quale ricorrono molti elementi già affrontati negli anni precedenti. Ritornano infatti, in ambientazioni sabbiose e crepuscolari, donne nude, spiagge, conchiglie e barche o entità amorfe disperse, ma è diverso il contesto, non più un cielo scuro e buio, ma una luce diffusa, innaturale, quasi una nebbia che avvolge la scena. In quest’opera quasi tutti gli elementi sono praticamente solo abbozzati, tranne le conchiglie, colorate di un rosso acceso, poste, al centro del dipinto, all’interno di un cesto, sul bordo del quale è appoggiata la figura femminile principale. Il focus dell’opera è quindi puntato sulla femminilità, infatti la conchiglia è simbolo del femminile, sia per la forma concava ed avvolgente che ne richiama l’organo sessuale, che per la bellezza, il fascino, la straordinaria varietà delle sue forme: la conchiglia “protegge” e “conserva”, difende, trasforma e può generare qualcosa di “prezioso”. La stessa conchiglia però, se aperta, come in qualche caso all’interno del cesto, può simboleggiare anche il timore della sessualità femminile, e il fatto stesso che la ragazza volga le spalle allo spettatore e non voglia entrare in rapporto visivo con lui lascia intendere un diniego di ogni possibile interazione. Il senso di estraneità e desolazione dato dalla scena viene accentuato dalla barca sullo sfondo che si sta allontanando dalla riva, abbandonando le sponde su cui lascia la donna e le rovine di una civiltà morta e in degrado. Da sottolineare come, a parte il rosso vivido delle conchiglie, i colori a cui Vacchi affida il proprio discorso artistico siano quelli metallici dell'oro e dell'argento, come per sottolineare una ricchezza e uno sfarzo ormai inadeguati alla scena rappresentata. Il dipinto in oggetto è inedito e non risulta ancora essere catalogato presso l’archivio del maestro Vacchi, ma grazie a questo importante lavoro di documentazione sulla collezione Bianchedi Bettoli / Vallunga messo in atto dalla Pinacoteca Comunale di Faenza, sarà probabilmente incluso nel prossimo volume del catalogo generale dell’artista. Questo testo è parte della scheda di Davide Caroli per il catalogo della Collezione Bianchedi-Bettoli/Vallunga pubblicato da Bononia University Press nella collana Cataloghi dell’Istituto per i Beni Artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • ENTE SCHEDATORE Pinacoteca Comunale di Faenza
  • PUBLISHER Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Vacchi Sergio (1925 -2016)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1977