Complesso archeologico di via D'azeglio - Domus dei Tappeti di Pietra

99 a.C. ca.-699 d.C. ca.

Nel 1993 la costruzione di un parcheggio sotterraneo in via D’Azeglio ha fornito l’occasione per esplorare un settore urbano nel quale, senza soluzione di continuità, si è succeduta una serie di edifici sovrapposti gli uni agli altri e disposti lungo una strada basolata, che delinea la realtà abitativa della Ravenna romana e bizantina, con le sue abitazioni e le strutture viarie. Oltre alla strada in basole di trachite del I sec. a.C. rialzata più volte a causa della subsidenza, la complessa stratificazione comprende una domus di età augustea con fasi più antiche e pavimentazioni in mosaico policromo, un'altra domus di epoca adrianea con mosaici in bianconero, un impianto termale del III sec. d.C., un edificio tardoantico (IV-V sec.) caratterizzato da un mosaico con emblema raffigurante il Buon Pastore e il cosiddetto Palazzetto Bizantino, la cui costruzione è databile al V-VI sec. d.C., conservante gli straordinari mosaici pavimentali che hanno dato il nome all'intero complesso (domus dei Tappeti di Pietra). Quest'ultima struttura è una sontuosa dimora di un personaggio di rango della corte ravennate, costituita da 14 vani e 2 cortili, in uso fra la fine del V e gli inizi del VII sec. I mosaici pavimentali in buono stato di conservazione appartengono al solo edificio privato noto di questo periodo e permettono di tracciare un collegamento con i più famosi monumenti bizantini di Ravenna. Fra essi spicca, per le sue dimensioni e la qualità esecutiva, quello della stanza 10, un grande ambiente di circa 100 metri quadrati con al centro l’emblema della Danza dei Geni delle Stagioni. L'importanza del rinvenimento ha determinato la decisione di musealizzare il complesso archeologico, è stato quindi costruito un ambiente ipogeo in cui sono stati ricollocate, dopo il restauro, le pavimentazioni del palazzetto bizantino e tutte le strutture ad esso collegate, come la strada e le murature, ed è stato predisposto per la visita. Allo spazio espositivo si accede attraverso la piccola chiesa di Sant'Eufemia, ubicata sopra un precedente luogo di culto considerato il più antico di Ravenna e dell’Emilia.

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