nuova bacinella - macchina per trattura (attrezzo reparto bacinelle)

dopo il 1960

Macchinario formato da moduli. Un modulo è composto da una vasca rotonda in rame con il diametro di circa 50 cm ed alto circa 20 cm. Un particolare sistema ad ingranaggi fa ruotare le quattro spazzole sistemate al centro che raccolgono le bave dei bozzoli e le fa aderire una all'altra. Perchè possano raccogliere la bava si deve mantenere l'acqua all'interno della vasca ad un livello tale che consenta alle spazzole solo di sfiorare la superficie dei bozzoli che si trovano all'interno. Nella parte posteriore della bacinella c'è un foro dal quale escono le crisalidi. Escono solo le crisalidi perchè il foro è ricavato nella parte più bassa della vasca ed è dotato di una protezione che non fa passare i bozzoli. Ogni vaschetta è dotata di un sistema automatico di regolazione del titolo alla cui base si trova un tendifilo collegato ad un contrappeso che veniva regolato dai meccanici in base al titolo del filato in produzione. Poichè la trazione esercitata dal filo è in qualche modo proporzionale al suo titolo, il contrappeso si alza od abbassa in base alla trazione che subisce e trascina nel suo movimento una leva. Questa leva, a sua volta, alza od abbassa due leve verticali che a loro volta interagiscono sulle spazzole o sull'aspo fermando o le une o l'altro a seconda del titolo o troppo grosso o troppo sottile. La bacinella vera e propria è formata da dieci vasche (dieci moduli) che vengono accudite da una sola #filera#. A volte due #filere# accudivano tre bacinelle. Il vascone risulta lungo una decina di metri. Lungo la parte posteriore corre un canale, largo una decina di centimetri, che serve per ricevere i bozzoli esausti che escono dai buchi delle bacinelle e convogliarli, tramite un rivolo d'acqua, in una apposita vasca di raccolta (forata per permettere lo scolo dell'acqua) collocata all'estremità del vascone. Una paletta forata raschia sul fondo della vasca e fa cadere il contenuto in un secchio posto per terra. Un altro canale della stessa larghezza e posto nella parte anteriore del vascone serve da deposito dei bozzoli da utilizzare durante la giornata. Man mano che i bozzoli diminuiscono vengono incrementati dalla #filera# con degli altri contenuti in un cesto in rete metallica posto ai piedi del vascone. Le prime bacinelle erano dotate di grandi cassoni posti in alto (contenenti bozzoli) e, attraverso dei tubi, facevano cadere automaticamente i bozzoli in ogni vaschetta. I risultati, però, non furono quelli sperati, il meccanismo funzionava male e quindi vennero tolti.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO nuova bacinella - macchina per trattura attrezzo reparto bacinelle
  • MATERIA E TECNICA ghisa
    Rame
    ferro
    fusione/ forgiatura/ battitura/ modellatura/assemblaggio
    fusione/modellatura/battitura/sagomatura
    fusione/solidificazione/formatua/assemblaggio
  • MISURE Altezza: 164 cm
    Lunghezza: 160 cm
    Larghezza: 90 circa cm
  • CLASSIFICAZIONE attrezzo lavorazione industriale. lavorazione della seta
  • ATTRIBUZIONI Ditta Dalla Bernardina: autore
    Ditta Almerico Pernigotto
    Ditta Dalla Boscato & Fontana
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ditta Dalla Bernardina
    Ditta Almerico Pernigotto
    Ditta Dalla Boscato & Fontana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo dell'Arte Serica e Lateriza
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Corielli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO trattura
    La vasca veniva riempita d'acqua e portata ad una temperatura di 70-90°C con l'emissione del vapore proveniente da una grossa caldaia. Il compito di riempire i vasconi e di riscaldare l'acqua era demandato al fuochista che arrivava in filanda ben prima che vi giungessero tutti gli altri operai. Quando la #filera# prendeva posto davanti alla bacinella iniziava subito a mettere in ammollo una certa quantità di bozzoli, fra questi anche quelli avanzati dalla giornata precedente. Li scopinava per recuperare le bave e creava un filo. La grossezza variava in base al titolo richiesto. Il filo veniva fatto passare attraverso un guidafilo e legato all'aspo soprastante. Si azionava la macchina che continuava il lavoro di creazione del filo sull'aspo. Uno zeto incrociava i fili di modo che la matassa risultasse di una certa larghezza. Il peso della matassa veniva stabilito in base al tempo di trattura e a seconda della velocità alla quale venivano fatti girare gli aspi. Passato il tempo previsto, quando cioè si stimava che il peso della matassa fosse quello desiderato, un nuovo aspo veniva a sostituire quello pieno, che veniva portato nell'essiccatoio. Alla sera la #filera# doveva #parare su# cioè non immettere più nuovi bozzoli nella vasca, ma proseguire la trattura solo con quelli che si trovavano già in ammollo. Alla fine i bozzoli rimasti venivano recuperati e raffreddati con acqua fredda per essere usati il giorno successivo.
  • CRONOLOGIA D'USO Dagli inizi degli anni '60 del Novecento fino alla chiusura delle filande di Malo
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Ilaria Zattra
    Zattra Ilaria
  • ENTE SCHEDATORE C024055
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0