Un tipo particolare di caorlina, detta #barca da seràgia#, era utilizzata per la pesca con reti lunghissime munite di pali, ogni 3 - 5 metri c’era un palo; la rete veniva appoggiata sulla barca in senso orizzontale e i pali venivano fissati uno alla volta sul fondale formando un cerchio, un serraglio, ecco perché si chiama #barca da seràgia# . Oggi il sistema utilizzato è molto diverso, i pescatori “fanno delle camere”, e usano i cogolli; viene fatta un’entrata da una parte da dove il pesce entra e non esce più, dall’altra parte viene invece messo un bastone mediante il quale il pescatore tira su il cogollo, che ha alla fine una sacca con un legaccio, aperto il quale il pesce viene messo nella barca. La pesca con la #seràgia# è stata utilizzata fino agli anni ’60 ed erano necessarie minimo tre persone: uno si metteva a poppa, un altro, che conficcava i pali nel fondale rimaneva sempre nello stesso posto dell’imbarcazione perché la rete era tutta "incatastata"; ”ogni tanto si fermavano per fare questa camera, perché il pesce non è che batteva nella rete e rimaneva impigliato, camminava e andava dentro queste camere” . Per praticare questo genere di pesca non era necessaria alcuna esca, infatti, quando l’acqua calava verso il canale, anche il pesce era costretto ad andare in quella stessa direzione rimanendo intrappolato nelle camere. Si effettuava tutti i giorni, di giorno e di notte, “secondo l’ordine d’acqua”, ossia a seconda della marea, con la bassa marea infatti non si può fare “il giro”, ma bisognava attendere l’alta marea; il più della volte si faceva di notte con l’acqua alta. Si pescavano cefali, #bisati#,ossia anguille.