Battitura a mano - (tecniche, saperi)

Tecnica,

M.B., battiloro, racconta la tecnica con la quale si esegue la battitura ricordando come negli ultimi decenni, con il cambio di alcuni dei materiali utilizzati, sono cambiate anche alcune procedure di lavoro. Quando lui ha iniziato, nel 1976, si facevano infatti tre tipi di battitura: la prima si chiamava “reccheggia” ed era fatta con la carta Montgolfier, una carta paglia che veniva dalla Francia, poi le foglie d’oro venivano passate su una carta, che si chiamava carta pergamino, e veniva fatta una seconda battitura a macchina, come la precedente; a questo punto la foglia ottenuta veniva tagliata in quattro pezzi, venivano riempite le “forme” che si battono ancora oggi, quindi veniva effettuata la battitura a mano fino alla finitura e, da ultimo, si effettuava il taglio. Attualmente non si esegue più la prima fase della lavorazione, si è passati direttamente alla battitura con la carta pergamino, che viene prodotta in Germania; ciò consente una riduzione dei tempi di lavorazione e di ottenere una foglia un po’ più grande perché le dimensioni della carta lo consentono; anche l’introduzione delle forme in plastica hanno contribuito a ridurre i tempi: “ una volta la forma si faceva raffreddare più volte, dopo ogni serie di battute ci si fermava, adesso non c’è più il tempo e si va avanti fino alla fine. In passato per eseguire la battitura degli ori sottili per il mosaico ci volevano due ore e mezza, fermandosi, adesso in un’ora e mezza, un’ora e tre quarti al massimo, si cerca di fare tutto”. La battitura ha inizio con un martello di circa 3 chili perché consente di “aprire la forma e farla scendere di peso, poi si passa ad un martello da quattro chili per farlo espandere, quindi si passa al martello da sei chili e lì si inizia a farla espandere però anche a chiudere il bordo che, nel frattempo, si è aperto con i due martelli precedenti, quindi alla fine si passa al martello da otto chili con il quale si cerca di chiudere il bordo e di ottenere la foglia più uniforme possibile”. Il ritmo della battitura varia a seconda del martello: “con quello da tre chili, generalmente, si batte quasi tutto nel mezzo. Ogni serie di colpi, detta “polsi”, è composta da “48 colpi su un lato e sull’altro suddivisi in tre colpi per ogni lato per cui si dovrebbe girare la forma quattro volte per riuscire a fare un polso”. Il nome è dovuto al caratteristico movimento del polso necessario per effettuare la battitura. “Con il martello da quattro chili si batte sia nel mezzo sia verso l’alto che verso i fianchi per far espandere la foglia, con quello da sei chili si batte di solito in mezzo e poi si fa il bordo, si batte verso l’alto e si fa il bordo, si batte di fianco e si fa il bordo”, “mentre quello da otto chili si batte generalmente soltanto per fare i bordi”. Anche quest’ultima fase si chiama “polsi” ma è differente dalle altre perché si va da un minimo di 40 a un massimo di 80 colpi per ogni polso. “ Alla fine della lavorazione si battono tra i 28.000 e i 35.000 colpi” che, riferisce il battiloro, devono essere contati. In ogni fase della lavorazione si dovrebbe verificare controluce se la foglia è ben lavorata, ma poiché attraverso l’esperienza ormai ultratrentennale, ha acquisito una profonda conoscenza della procedura di lavoro, comincia ad effettuare questo controllo quando utilizza i martelli da sei, otto chili “per vedere se devo battere solo nel mezzo o solo di fianco o dove serve batterla perché la forma diventi più omogenea possibile”. Per ottenere questo risultato “i colpi che vengono dati da una parte devono essere dati anche dall’altra, perché altrimenti da una parte ci sarebbero foglie troppo sottili e dall’altra troppo spesse”. Durante la lavorazione, il battiloro, gira più volte la forma chiusa per effettuare la battitura su entrambi i lati ed anche per evitare che il metallo si surriscaldi troppo . La forma, inoltre, viene aperta perché “La forma ha le foglie dentro ed è divisa in due metà e nelle due metà facciamo dei puntini verso l’angolo per segnare il verso perché la foglia generalmente ha gli angoli smussati quindi, tagliandone quattro, risultano quattro angoli smussati e perché tali angoli smussati risultino sempre dalla stessa parte si fa un puntino dove dice che lì c’è l’angolo smussato”. Quando si gira la forma si deve far riferimento ai puntini sovrapponendoli così da far coincidere gli angoli smussati. Questo accorgimento è necessario perché, altrimenti, le foglie “crescerebbero” in maniera non omogenea. I martelli utilizzati sono in ghisa, risalgono al 1926, e sono stati realizzati appositamente in una fonderia di cui il battiloro non conosce il nome. I manici, in legno, hanno forme diverse che cambiano a seconda del peso del martello; alcuni sono stati cambiati di recente perché usurati e sono stati rifatti da un artigiano veneziano che realizza remi. Il maglio utilizzato per la battitura meccanica è un Brusa, la cui fabbrica non esiste più; funziona ad aria compressa e i suoi colpi, sottolinea, somigliano abbastanza al battito del braccio umano.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • SOGGETTO Tecnica
    Lavoro - metallurgia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • ALTRA OCCASIONE metallurgia
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA S119
  • ENTE SCHEDATORE Regione Veneto
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


    file digitale (2)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0