stele funeraria (stele a pseudoedicola con nicchia quadrangolare e ritratti in rilievo)

ca. 75 d.C. - ca. 99 d.C.

La stele presenta frontalmente una nicchia di forma rettangolare dalla quale emergono in rilievo i busti di un uomo e di una donna con tuniche drappeggiate e mantello. La donna sembra avere la mano destra poggiata sulla spalla destra dell’uomo, mentre la mano sinistra sembra intrecciata con quella destra dell’uomo sul petto di quest’ultimo (scena di iunctio). I tratti del volto di entrambi sono molto rovinati da sbrecciature diffuse, specie naso, fronte e, nel caso della donna anche il mento, del tutto scalpellato. L’uomo è ritratto con capigliatura corta e compatta, lineamenti raffinati, orecchie scostate dal capo, occhi sporgenti e con palpebre superiori e inferiori molto evidenziate. La donna ha una ricca acconciatura a riccioli sulla fronte e sulle tempie e due trecce ricadono ai lati del collo. Ai lati della nicchia, poco profonda, due colonnine tortili con capitello corinzio, molto sbrecciate nel fusto. Al di sopra della nicchia, da questa separato mediante cornice a listello e gola, un frontoncino contornato da cornice a listello e gola rovescia sui due lati montanti, nel cui timpano è rappresentata una scena assai rovinata da scalpellature ed erosione lapidea: sembra riconoscibile una figura maschile nuda, disposta frontalmente, ai lati della quale si notano un serpente (alla sua destra) e un volatile (alla sua sinistra) (Orfeo?). La parte superiore del frontone risulta completamente consunta, specie verso l’estremità sinistra, così come assai rovinati sono i tasselli, nei quali sembrano comunque visibili, almeno a destra, motivi decorativi vegetali. Al di sotto della nicchia si trova lo specchio epigrafico, di forma quadrangolare, lavorato a martellina e molto rovinato per desquamazione della pietra, contornato da cornice a listello e gola rovescia, con sbrecciature diffuse sui quattro lati. Infine, nella parte sottostante, evidentemente franta, due riquadri affiancati, corniciati a gola rovescia, lavorati internamente a martellina e probabilmente destinati ad accogliere ulteriori elementi decorativi o iscrizioni. Il fondo della nicchia coi due busti presenta una coloritura brunastra. Interpunzioni di forma triangolare con punta orientata verso l’alto a destra. Ductus e modulo abbastanza regolari. Prima riga lievemente addossata a margine destro. Lettere apicate, incise poco profondamente e molto erose. Solco a V. L’unico apice attualmente visibile di quelli segnalati nel CIL si nota sulla seconda O di sorori in ultima riga, come da trascrizione proposta. Mentre il Corpus trascrive Virdomarus in r. 1, il riscontro autoptico rivela che sulla pietra risulta incisa una E al posto della I, dunque Verdomarus.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO stele funeraria stele a pseudoedicola con nicchia quadrangolare e ritratti in rilievo
  • MATERIA E TECNICA calcare di Aurisina; incisione e scultura
  • MISURE Altezza: 167 cm
    Spessore: 16.5 cm
    Larghezza: 60.7 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Culturale Romano, Produzione Istriana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • LOCALIZZAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Virdomarus proveniva da Biturix, città della Gallia Belgica (Bourges). Dopo aver prestato servizio militare nell'ala Claudia Nova, ne era stato congedato. Il reparto in questione fu di stanza a Magnum, e venne poi trasferito in Germania da Vespasiano nel 70 d.C. Per riferimenti interni al testo si propone dunque una datazione all'ultimo quarto del sec. I d.C.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA C023091
  • ENTE SCHEDATORE C023091
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • ISCRIZIONI fronte - Virdomarus, / Thartontis f(ilius), / domo Biturix, / missicius alae / Claudiae Novae, / t(estamento) f(ieri) i(ussit), et / Pamae sorori. - Lettere posate maiuscole - Incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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