decreti di Corcira (iscrizioni lastra rettangolare con decreti pubblici)

ca. A: 399 a.C.; B: 149 a.C. - ca. A: 300 a.C.; B: 100 a.C.

Lastra rettangolare con incise due iscrizioni non coeve. Nella metà superiore della stele è iscritta l'epigrafe A con caratteri minuti, mentre la B, costituita da lettere maggiori realizzate con un solco più profondo, ne occupa la parte inferiore. Nello spessore della parte superiore è scolpita una rozza cornice a ovoli, che attesta un reimpiego del pezzo presumibilmente in epoca medievale.

  • FONTE DEI DATI Regione Veneto
  • OGGETTO iscrizioni lastra rettangolare con decreti pubblici
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco a grana media
  • MISURE Altezza: 71.4 cm
    Spessore: 17 cm
    Larghezza: 32.3 cm
  • CLASSIFICAZIONE iscrizioni pubbliche
  • AMBITO CULTURALE Ambito Culturale Greco
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • LOCALIZZAZIONE Museo Lapidario Maffeiano
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A: L'iscrizione presenta caratteri epigrafici quali il sigma ancora divaricato, l'omega e l'omikron rimpiccioliti, con i tratti leggermente incurvati, tipici del primo ellenismo. Si tratta di un rendicondo di spese pubbliche difficilmente traducibile, dal momento che molti prezzi e la loro motivazione risultano oggi illeggibili, così come di incerta lettura è pure il totale (l. 13). La lista cita il prezzo pagato a singoli individui o a gruppi per lo svolgimento di alcuni lavori. Tra questi, vengono menzionati i trasporti, l'asportazione di terra scavata e la lavorazione di un serpente bronzeo (l. 8). Vengono computati anche i prezzi di metalli utilizzati, quali lo stagno e il bronzo (ll. 9-10). La menzione di un altare (ll. 4, 12) induce a ritenere si tratti di apprestamenti di un santuario o di un luogo di culto. Secondo il Venturi potrebbe essere il sacello o il tempio di "una divinità, il cui nome cominciava con la A" (conservata nel testo dell'iscrizione B) e ipotizza si possa trattare con buona probabilità di Apollo. Maffei, invece, seguito dal Boeckh, crede che il dio sia piuttosto Asclepio. Nell'ultima riga compare un verbo desinente in "-opheuo", che B. Keil ha proposto di integrare in "[epes]òpheue" sulla base del termine "epìssophos" che ricorre con il significato di "sopraintendente" nel "testamento di Epikteta" (cfr. WLT-004600_WRC-897498). B: I caratteri di questa iscrizione sono più evoluti di quella precedente: il sigma ha i tratti esterni paralleli, il tratto orizzontale del pi sporge dai due lati, l'omega non è più rimpicciolito, sebbene lo sia ancora l'omikron. Queste particolarità inducono a ritenere questo testo posteriore di circa un secolo rispetto all'altro. In esso si registra una sentenza emessa dai giudici ordinari con l'assenso degli arbitri scelti dai contendenti e dei difensori degli interessi pubblici riguardo ad un conflitto economico fra la città e il cittadino Soterion. Costui, come si deduce dal testo, assicurava lo scolo delle acque dalla sua casa al mare attraverso canali che attraversavano l'arsenale; l'acqua piovana, poi, cadeva sul tetto di quest'ultimo edificio. Poichè esso aveva subito dei danni, la città chiese che fosse Soterion a risarcirli. I giudici, però, diedero ragione al privato, imponendo che fosse la città stessa ad eseguire i lavori di riparazione. La sentenza iscritta sulla lapide venne posta sotto il nume tutelare della divinità del santuario. E' il Venturi a fornire ulteriori notizie interessanti: egli ricorda che la lastra giunge al Maffei da Venezia per il tramite del cavaliere Mocenigo e si trova a Verona dal 1716. Presumibilmente il Mocenigo a cui fa riferimento il Venturi è Alvise III (1662-1732), "capitano da mar" e poi doge dal 1722 al 1732. Costui fu al seguito di Francesco Morosini durante la riconquista della Morea e con buona probabilità entrò in possesso dell'iscrizione in oggetto tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento. Appare rilevante ricordare, peraltro, che l'assedio dei Turchi a Corfù avviene nel 1715, probabile terminus ante quem per l'arrivo del pezzo a Venezia. Venturi, oltre a ciò, avanza un'importante ipotesi circa la provenienza del pezzo: egli ricorda come nel 1823 vennero effettuati scavi a Corfù presso il sito di Cardacchio, durante i quali si ritrovarono le fondamenta di un tempio ionico esastilo dotato ancora di colonne in situ e alcuni pozzi nelle vicinanze. All'epoca la lastra in oggetto venne immediatamente riferita a questo santuario, sebbene non si potessero avanzare con certezza ipotesi circa la divinità cui esso era consacrato. Ciononostante si ritiene che, considerata la menzione delle sorgenti e degli apprestamenti idraulici, presumibilmente si tratti di Asclepio, in considerazione anche della menzione del serpente bronzeo che compare in un'iscrizione coeva rinvenuta presso il santuario di Asclepio a Delo.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA C023091
  • ENTE SCHEDATORE C023091
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • ISCRIZIONI fronte - B: Questa sentenza emisero i giudici e gli arbitri comuni, in accordo anche con gli avvocati della città: si rifiuta l'azione legale intorno al [- - -] del tetto del cantiere navale. Ma qualora l'acqua piovana danneggi il muro del [- - -], la città lo restauri a proprie spese, e Soterion non sia perseguibile legalmente riguardo ai canali che portano (l'acqua) dalla casa al cantiere navale né per l'acqua che scorre dal tetto sul cantiere navale. La città dislochi e restauri (le tegole del) tetto dell'arsenale e in ciascuna tegola inserisca una grondaia dritta. Affinché (questo) giudizio sia palese, esso sia iscritto in una stele [- - -] presso il muro pubblico [- - -] eretta nel santuario di A[sclepio? - - -] l'incarico [- - -] si scriva questa sentenza [- - -] una multa [- - -] - Incisione - greco
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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