modello di motore elettrico a corrente continua

sec. XX prima metà

Su di una base rettangolare in legno sono collocati il modellino di motore elettrico, realizzato dalla Paravia, e i morsetti metallici per il collegamento elettrico con il circuito esterno. Il motore è costituito da un elettromagnete ad anello verticale (diametro esterno 70 mm, diametro interno 35 mm e spessore 15mm), fissato alla base, lungo l'asse del quale possono ruotare un rotore ed un collettore solidale con il rotore. L'elettromagnete è costituito da sottili lamine in ferro ed è attraversato da due bobine orizzontali di magnetizzazione. Sul rotore, anche esso realizzato con sottili lamine di ferro, sono avvolte tre bobine di filo isolato di rame collegate in serie e disposte a 120 gradi l'una dall'altra (anello di Pacinotti). Il collettore è costituito da tre lamine in rame, poste su di un cilindro isolante e leggermente separate l'una dall'altra, sulle quali strisciano due sottili spazzole in rame per il collegamento al circuito esterno. I punti di collegamento della fine di una bobina e l'inizio della successiva sono elettricamente connesse, in modo opportuno, alle lamine del collettore. Le bobine dell'elettromagnete e le bobine dell'anello di Pacinotti, sono in serie e possono essere collegate ad un circuito esterno attraverso i morsetti

  • OGGETTO modello di motore elettrico a corrente continua
  • MATERIA E TECNICA legno/ taglio/ piallatura
    acciaio/ fusione
    bachelite/ fusione
    ferro/ fusione
    rame/ fusione
  • MISURE Altezza: 10 cm
    Lunghezza: 12 cm
    Larghezza: 8.6 cm
  • CLASSIFICAZIONE induzione elettromagnetica
    elettricità
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Universitario dell'Università degli Studi "G. D'Annunzio"
  • LOCALIZZAZIONE palazzo dell'Opera Nazionale Dopolavoro "A. Mussolini" (poi palazzo dell'Ente Nazionale Assistenza Lavoratori)
  • INDIRIZZO Piazza Trento e Trieste, 1, Chieti (CH)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo strumento è stato prodotto dalla casa editrice Paravia come viene attestato da un'etichetta che ne riporta il nome. Alla morte di Giacomo Giuseppe Avondo, avvenuta intorno al 1775, la sua stamperia passava ai suoi eredi, i quali si associarono con Giovanni Sebastiano Botta nel 1799. Nel 1802, quest'ultimo rileva completamente la stamperia in società con Francesco Prato e Giovanni Battista Paravia, ma lo società venne sciolta nel 1812, e l'unico padrone rimase G. S. Botta. Paravia tornò alla sua precedente occupazione di libraio. Suo figlio Giorgio Paravia (1796-1850), ereditato il negozio di libraio, riprese il progetto paterno di incrementare la propria attività affiancandola a quella di tipografo. Nel 1825 creò una società insieme a Andrea Alliana, tuttavia la società durò solo tre anni. Nei primi anni di attività Paravia si dedicò soprattutto alla produzione di libri a carattere religioso, anche se va ricordato la pubblicazione della rivista di pedagogia "L'educatore Primario, giornale d'educazione ed istruzione elementare". Alla morte di G. Paravia, la vedova affidò la direzione della ditta a Lorenzo Roux ed al proprio cugino Innocenzo Vigliardi (1822-1896). Vigliardi proseguì la produzione dei giornali educativi, inoltre migliorò la produzione delle collane dei libri scolastici, che G. Paravia aveva inaugurate nel 1849. Gli anni compresi fra il 1860 e il 1870 furono un periodo di costante espansione nel campo del libro scolastico, tanto che per soddisfare la domanda nel 1873 Vigliardi rilevò l'antica Stamperia Reale. Lentamente, all'attività editoriale e tipografica, Vigliardi aggiunse anche la vendita e, in parte, la produzione di materiale scolastico come globi terrestri, sfere planetarie ed armillari, pallottolieri, lavagne ecc. che fecero vincere alla ditta Paravia numerose medaglie alle esposizioni nazionali ed internazionali. Nel 1888, I. Vigliardi lasciò la conduzione dell'azienda ai suoi sei figlio. La direzione generale dell'azienda fu affidata al primogenito Carlo (1845-1919). Sotto la sua direzione, il settore del materiale e dei sussidi scolastici fu ulteriormente sviluppato. Dietro invito del padre, era andato all'estero per studiare il materiale scolastico per fare nuove proposte alle scuole italiane. Nonostante nel 1942 lo stabilimento Paravia fosse andato distrutto, l'anno successivo l'azienda fu riorganizzata. Fu riattivato in parte il settore dei sussidi scolastici: il settore del materiale plastico riprese presto la sua attività perché gran parte delle matrici non erano andate distrutte. Purtroppo le collezioni di minerali, di scienze naturali, i preparati microscopici, gli strumenti di fisica conservati nei magazzini centrali andarono completamente distrutti. Ma nel 1944, la Paravia rilevò dalla Officine Galileo di Firenze l'intero magazzino di apparecchi didattici per i laboratori di fisica sperimentale, ottenendo anche l'autorizzazione a riprodurli. Sul finire degli anni '50 del XX secolo la Paravia iniziò anche la produzione di sussidi audiovisivi per la didattica. La Paravia si è occupata anche di commercializzare i prodotti della Ediscientifica che importava le apparecchiature per l'insegnamento della fisica, prodotte dalla Phywe. A partire dal 2007 la Paravia fa parte del gruppo Pearson Italia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300287190
  • NUMERO D'INVENTARIO 4320
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Università di Chieti-Pescara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI anteriormente, sulla base di legno - Liceo Classico "G.B. Vico" - numeri arabi - a stampa su etichetta in metallo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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