tremitoscopio

post 1883 - post 1883

Su una base di pietra è fissato un tubo di metallo su cui sono agganciate due aste che sorreggono da un lato un tubo di vetro sormontato da un cilindro di ottone con all’interno una verga metallica e dall'altro un cilindro di ottone, che sostiene una molla metallica terminante con una piccola massa di forma cilindrica con una punta. La punta della massa insiste su una coppetta metallica. In primo piano si trova ciò che resta di un apparato che viene protetto dalla piccola campana di vetro

  • OGGETTO tremitoscopio
  • MATERIA E TECNICA PIETRA
    Ottone
    VETRO
    FERRO
  • MISURE Altezza: 65 cm
    Lunghezza: 27 cm
    Larghezza: 42 cm
  • CLASSIFICAZIONE geodinamica
    geologia
    strumento avvisatore
    vibrazioni crosta terrestre
    sismologia
  • ATTRIBUZIONI De Rossi Michele Stefano (1834\ 1898): progettista
  • LOCALIZZAZIONE CREA
  • INDIRIZZO Europa, ITALIA, Lazio, RM, Roma, Roma (RM)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La funzione dello strumento, macante di una larga parte dei suoi elementi, è stata identificata da Graziano Ferrari sullo scorta del confronto con il tremitoscopio portatile de Rossi presente nella collezione del CREA. Michele Stefano de Rossi, sostenitore della teoria pneumodinamica dei moti microsismici, elaborata dal padre barnabita Timoteo Bertelli, fu tra i primi studiosi in Italia a distinguere le scosse propriamente dette dai tremiti del suolo. Nel 1883 prese in esame, sulle pagine del suo "Bullettino del Vulcanismo Italiano", la strumentazione atta a rilevare lo stato vibratorio del terreno. Tra le caratteristiche di tali strumenti vi era quella di non dover essere rimontati dopo ogni segnalazione, così da non perdere mai la loro attitudine a funzionare per l'innesco di un meccanismo a scatto. Erano, inoltre, oggetto di osservazione oculare diretta, oppure collegati a registratori automatici e continui. Il tremitoscopio fa attualmente parte della collezione museale di Meteorologia, Sismologia e Idrobiologia, raccolta strettamente legata all’istituzione del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia (1876) ed ai suoi fondamentali sviluppi storici. Primo servizio governativo di meteorologia e geofisica con ruolo di centralità, l’Ufficio ha avuto la propria sede presso il prestigioso complesso monumentale del Collegio Romano dal 1879 al 2016. Suo antico progenitore era l’Osservatorio Meteorologico e Astronomico del Collegio Romano, noto ai più come Torre Calandrelli, mentre suo erede ultimo è il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, attraverso l’ex Unità di Ricerca per Climatologia e la meteorologia applicate all’Agricoltura (CRA-CMA) dal 2017 inglobata nel Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente (CREA-AA). Con la chiusura del Laboratorio Centrale di Idrobiologia (2007), la collezione si è arricchita anche di una parte del museo dello storico laboratorio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1201385798
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • ISCRIZIONI sulla base su etichetta cartacea - 7426 - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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