telescopio riflettore

1813 - 1813

I telescopi riflettori erano dotati di specchi metallici ottenuti con leghe di particolare composizione atte a fornire un buon potere riflettente (dette genericamente metallo per specchi). La sezione del tubo è ottagonale e presso una delle sue estremità è ricavata una apertura rettangolare a fianco dei cui lati maggiori si trovano due guide che permettono il movimento parallelamente all'asse ottico della tavola porta oculare. Il telescopio presenta, infatti, il sistema ottico detto “newtoniano”, con specchio principale parabolico convergente e specchio secondario piano, inclinato a 45°. Quest'ultimo invia la luce riflessa dallo specchio principale (o primario) all’oculare posto esternamente in alto nel tubo. Lo specchio primario ha un diametro di 17 cm e una lunghezza focale di 266 cm, ed è conservato assieme a quello secondario in una scatola a parte, dotata di vani per sei oculari. La montatura è del tipo a ghigliottina o herscheliana, dal nome del primo realizzatore. Alla montatura è fissato un cassettino che contiene gli oculari del telescopio, della macchina parallattica e di altri cannocchiali

  • OGGETTO telescopio riflettore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo della Specola
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Poggi
  • INDIRIZZO Via Zamboni 33, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il telescopio è descritto con precisione nell'inventario di Ceschi del 1843, in cui si specificano anche gli accessori di cui era dotato. Il modenese Amici, ottico, astronomo e botanico, fu anche ingegnere, architetto e professore di geometria e algebra. Raggiunse tale fama nella costruzione di strumenti ottici da indurre il duca di Modena, nel 1825, a dispensarlo dall'insegnamento per consentirgli di dedicarsi esclusivamente all'ottica strumentale. Fu chiamato nel 1831 a dirigere l'Osservatorio astronomico e il Museo di Fisica e Storia naturale di Firenze e a tenere la cattedra di Astronomia all'Università di Pisa. Realizzò eccellenti obiettivi acromatici per telescopi e microscopi diottrici, inventò l'obiettivo ad immersione per i microscopi, il prisma a tetto e il prisma dispersivo a visione diretta, che da lui prende il nome. Fu anche un abile commerciante dei suoi prodotti. Il Diario di laboratorio di Amici comincia dal 1822, quindi il telescopio di Bologna non è segnalato. Agli inizi della sua attività, epoca a cui risale, appunto, il nostro strumento, la sua attenzione era concentrata soprattutto sugli specchi; infatti i telescopi che egli inviò a Milano non erano forniti di armatura di sostegno. Questo fatto lascia adito alla supposizione che la montatura a ghigliottina dello strumento bolognese non sia stata realizzata in prima persona da Amici, anche se citata nell'inventario del 1843, sopra riportato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800688096
  • NUMERO D'INVENTARIO MdS-9
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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