visore stereoscopico a mano
Questo visore, di fattura elegante, è costituito da una struttura in legno a forma di croce con, nella parte inferiore, una maniglia ripiegabile per l'impugnatura.||Ad un'estremità del lato lungo della croce è fissato il visore vero e proprio costituito da un telaio in legno con due lenti convergenti costituite da due prismi a sezione quadrata inseriti in una mascherina in metallo nichelato e decorato, con i bordi rivestiti in velluto bordeaux.||Tra le due lenti è posto un setto separatore in legno che poggia sull'asse derivante dalla mascherina.||Sul lato lungo della croce è inserita una barra trasversale, spostabile lungo l'asse, sulla quale si inserisce il portavedute nel quale si posiziona la stereoscopia che viene tenuta in posizione da due mollette in metallo
- OGGETTO visore stereoscopico a mano
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MATERIA E TECNICA
LEGNO
METALLO
velluto
VETRO
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MISURE
Altezza: 12 cm
Lunghezza: 19 cm
Peso: 210 g
Larghezza: 31 cm
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SOGGETTO
motivi decorativi floreali e geometrici
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CLASSIFICAZIONE
stereoscopia
fotografia
industria, manifattura, artigianato
Fotografia
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ATTRIBUZIONI
Holmes Oliver Wendell Sr (1809/ 1894): inventore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Padiglione Aeronavale
- INDIRIZZO via San Vittore, 21, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La stereoscopia è una tecnica utilizzata soprattutto nel XIX secolo per ottenere l'illusione di un'immagine tridimensionale.||I primi studi moderni sulla visione stereoscopica si devono a Wheatstone il quale si accorse che due immagini dello stesso soggetto riprese da due punti di vista leggermente differenti, guardate attraverso un dispositivo che permetteva a ciascun occhio di vederne una sola delle due, venivano poi ricomposte dal cervello come se fosse una sola immagine ma come se fosse in tre dimensioni.||Nel 1849, David Brewster creò il primo visore stereoscopico: era costituito da una scatola con forma rastremata con due lenti dalla parte più stretta e l'immagine stereoscopica da quella opposta. All'interno un separatore permetteva ad ogni occhio di vedere una sola delle due immagini.||Una delle prime presentazioni in pubblico di questa tecnica (utilizzando dagherrotipi stereoscopici) si ebbe alla Great Exhibition nel 1851.||Inizialmente, per ottenere le stereoscopie, venivano fatte due riprese dello stesso oggetto con un apparecchio che veniva spostato di qualche centimetro lungo una guida.||Successivamente vennero prodotti i primi apparecchi fotografici bioculari ovvero apparecchi con due obiettivi uguali montati affiancati che permettevano la ripresa simultanea delle due immagini (obiettivi stereo). Con l'introduzione delle macchine a soffietto anche gli apparecchi stereoscopici divennero portatili.||Le stereoscopie venivano poi guardate con appositi visori le cui lenti aiutavano gli occhi a sovrapporre le due immagini e a percepirle come una sola (non si avevano più scatole con separatore in mezzo).||Tra il 1850 e il 1870 vennero venduti migliaia di visori stereoscopici, anche economici, e milioni di stereoscopie, soprattutto di paesaggi, monumenti e ritratti.||Le riprese stereoscopiche furono soprattutto appannaggio di fotografi professionisti e meno di amatori.||Il commercio di immagini stereoscopiche di luoghi vicini e lontani e la moda dilagante fra le classi abbienti di collezionarne in grande quantità possono essere spiegati riconducendosi al desiderio di scoperta del mondo che caratterizza la seconda metà dell' '800.||Il successo della fotografia stereoscopica proseguì fino al 1930 per riprendere brevemente negli anni '50 e '60. In quegli anni il View Master fu l'ultimo sistema stereoscopico largamente diffuso. ||Questo stereoscopio venne inventato da Oliver Wendell Holmes Sr nel 1860 ed era noto con il nome di Stereoscopio Americano. Costruito in legno con paraluce in cuoio. Successivamente fu prodotto da diverse aziende anche in Europa e lo troviamo infatti in un catalogo del 1908 della J. Fleury-Hermagis con il nome di Stereoscopio Messicano, arricchito sulla superficie esterna del paraluce da una lamina metallica decorata con motovi floreali a sbalzo.||Gli stereoscopi Hermagis venivano venduti in Italia da ditte quali la Ditta Ganzini, Namias & C. di M. Ganzini e da Lamperti & Garbagnati entrambe di Milano
- TIPOLOGIA SCHEDA Patrimonio scientifico e tecnologico
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301970054
- NUMERO D'INVENTARIO 8886
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- ENTE SCHEDATORE Regione Lombardia
- DATA DI COMPILAZIONE 2008
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2011
- ISCRIZIONI inferiore, legata con un cordino alla maniglia - MUSEO SCIENZA||8886||MILANO - maiuscolo/ numeri - a incisione e stampa su targhetta in metallo blu -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0