BOLOGNA=S. Petronio=Sec.XV.= Inferno

positivo, ca 1920 - ca 1934

Il positivo, privo di supporto secondario, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto in orizzontale entro una scatola intestata “BOLOGNA/ San Petronio 2” (all'interno i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario)

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Pittura - Dipinti murali - Affreschi - Soggetti sacri
    Pittori - Italia - Sec. XV - Faloppi, Giovanni di Pietro
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di San Petronio - Cappella dei Re Magi
  • MATERIA E TECNICA CARTA
    gelatina ai sali d'argento
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649672: 200x264 mm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Felice, Croci (1880-1934): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE All'interno del fondo positivi dell'archivio fotografico dell'ex Soprintendenza BAP BO si conserva un nucleo di 44 stampe del ciclo pittorico della Cappella Bolognini di San Petronio a Bologna, dovuto al fotografo di origine romana Felice Croci (autorialità ricavata dalla fascetta didascalica presente in tutti i fototipi; le stampe vanno da inventario P_000561 a P_000604). Le riprese dovettero essere realizzate con l'ausilio di un trabattello in modo da ottenere una visione ravvicinata ad un’altezza adeguata alle scene affrescate, in alcuni casi illuminate da luce radente per porre in risalto le decorazioni a pastiglia conservatesi. Secondo l'analisi tecnico formale, il gruppo di positivi è databile orientativamente tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, entro il 1934, anno della scomparsa di Croci. L'alta qualità della stampa indirizza infatti verso un'autorialità diretta del fotografo, prima che il figlio Enea rilevasse l'attività paterna, condotta sino al 1941 (si rimanda al campo Osservazioni per le notizie biografiche su Felice Croci). Un’ulteriore delimitazione cronologica potrebbe essere rappresentata dall’istituzione nel 1923 della soprintendenza unificata in materia di monumenti e di gallerie (Soprintendenza dell'Arte Medioevale Moderna dell'Emilia-Romagna attiva fino al 1939, quando venne nuovamente sdoppiata nei due ambiti di competenza sui beni immobili e su quelli mobili), ma ‘l’ambigua’ natura dell’affresco, il suo statuto di dipinto vincolato ad una parete, non consente un’ipotesi sicura. La cappella Bolognini, quarta da sinistra, conserva per larga parte l’originario aspetto tardogotico, concepito in stretta osservanza alle istanze impostesi nel cantiere guidato da Antonio di Vincenzo. Il ricchissimo mercante Bartolomeo Bolognini, appartenente alla famiglia che aveva portato a Bologna dall’originaria Lucca le preziose conoscenze tecniche necessarie alla filatura della seta, avviò la costruzione della cappella dedicata ai re Magi nei primi anni del secolo XV. Al completamento dell’opera vennero coinvolti i migliori artefici disponibili a Bologna: il principale rappresentante della ‘corrente’ neogiottesca locale, Jacopo di Paolo, venne infatti coinvolto nella realizzazione della grande ancona d’altare; ma fu soprattutto il modenese Giovanni di Pietro Faloppi, per quattro decenni attivo a Bologna con prestigiose commissioni, a legare la propria fama alla decorazione ad affresco della cappella, impresa cui attese tra il 1410 ed il 1420. Solo nella prima metà del ‘900, a rettifica di erronee indicazioni vasariane (Buffalmacco) cui la storiografia cittadina non riuscì ad opporre reali contestazioni (in primis Malvasia), che si è imposta l’identificazione delle presenze e delle responsabilità del Faloppi. La Cappella dei Re Magi presenta un continuum pittorico figurativo che si svolge sulle tre pareti che racchiudono l’aula, lasciando libera soltanto la volta, decorata con il cielo stellato come prescritto dal committente. Nella parete sinistra trovano posto la grandiosa raffigurazione del Paradiso con l’Incoronazione della Vergine che domina la scena sottostante con Lucifero e le bolge infernali; la parete di fondo ospita invece le storie della vita di San Petronio, mentre in quella destra è raccontato il viaggio dei Magi. L’importanza del ciclo pittorico è testimoniata dalla complessità delle letture iconologiche: vi si registrano, nelle raffigurazioni del Paradiso e dell’Inferno, cifre di diretta ispirazione dantesca, mentre l’episodio cardine delle storie di San Petronio, convergenti al vertice della parete di fondo nella raffigurazione dell’elezione vescovile da parte di papa Celestino I, è caratterizzato da una possibile doppia lettura. Comunemente accettata è l’identificazione del pontefice con l’antipapa Giovanni XXIII (Baldassarre Cossa, già legato pontificio a Bologna) nell’atto di nominare vescovo Giovanni di Michele, abate del convento di San Procolo. La lucidità dell’attualizzazione storica getta nuova luce sulla lettura dei rapporti tra il clero bolognese e la grandiosa impresa del cantiere ‘laico’ petroniano, non mancando altresì di suggerire prospettive di distensione nei già tesi rapporti tra il culto cittadino dei patroni rivali Procolo e - appunto - Petronio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649672
  • NUMERO D'INVENTARIO P_000566
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI sul fototipo: recto: sotto l'immagine - 2899=BOLOGNA=S. Petronio=Sec.XV.= Inferno Ed. Croci -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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