Ravenna. Cappella Arcivescovile, mosaico del vestibolo con Cristo Vincitore dopo il restauro
negativo,
ca 1914 - ca 1914
Ditta Luigi Ricci (1896-1930)
1896-1930
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Mosaicisti - Italia - 494-519 - Maestranze ravennati di S. Apollinare Nuovo
Emilia Romagna - Ravenna - Complessi museali - Palazzo Arcivescovile - Cappella Arcivescovile
Architetti - Italia - Sec. V - Maestranze ravennati
Architettura religiosa - Palazzi - Palazzo Arcivescovile - Interno - Cappella Arcivescovile - Vestibolo
Mosaici - Decorazione musiva del vestibolo - Lunetta nord ovest - Cristo guerriero- Leone - Serpente - Croce gloriosa - Codice
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MATERIA E TECNICA
pellicola
nitrato di cellulosa
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MISURE
Misura del bene culturale 0800649521: 23,5x17,5 cm
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
- AMBITO CULTURALE Maestranze Ravennati Di S. Apollinare Nuovo
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ATTRIBUZIONI
Ditta Luigi Ricci (1896-1930): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La lastra oggetto d'esame, appartiene al fondo denominato Santa Teresa, dal nome dell'ospizio in cui, negli anni Settanta del Novecento, vennero rintracciati 846 negativi su lastra di vetro, prevalentemente al collodio, realizzati dalla ditta Luigi Ricci tra il 1869 ca. e il 1914. Le lastre, tra il 1979 e il 1980 vennero ufficialmente acquisite in donazione dalla Soprintendenza di Ravenna, e costituiscono molto probabilmente il deposito che negli anni Trenta, Corrado Ricci, figlio dello stesso Luigi e fondatore della Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna, Santi Muratori, direttore della Biblioteca Classense e Renato Bartoccini, l'allora soprintendente ai Monumenti, cercarono invano di far acquisire al Comune di Ravenna per la fototeca dell'Istituto di Studi Bizantini. Per notizie biografiche su Luigi Ricci, si veda la ricca bibliografia prodotta da Paola Novara, allegata a questa scheda.Nella prima edizione del catalogo di Luigi Ricci del 1869 compare un gruppo di 6 lastre, appartenenti alle “Tavole della cappella di S. Pier Crisologo” e numerate dalla 154 alla 159; nel catalogo del 1877 le lastre con quei numeri di inventario corrispondono ad altri soggetti, mentre è presente un numero maggiore di lastre raffiguranti le “Tavole della cappella di S. Pietro Crisologo nel Palazzo Arcivescovile”, a cui sono aggiunti reperti di quello che diverrà il lapidario e il definitivo Museo Arcivescovile grazie all'intervento del soprintendente Giuseppe Gerola. Nel 1734, a causa delle pessime condizioni conservative in cui si trova, si intraprende l'abbattimento della basilica Ursiana, al fine di costruire una rinnovata basilica metropolitana. Negli anni tra il 1741 e il 1743 avviene lo smantellamento del catino absidale, con conseguente distruzione della decorazione musiva, risalente al 1112 e costituita da tre registri differenziati iconograficamente, di cui l'architetto Gianfrancesco Buonamici realizza un accurato disegno per conservarne memoria. Dalla distruzione si salvano sei frammenti musivi, cinque dei quali vengono murati, dall'architetto Buonamici, nei locali della vicina Cappella Arcivescovile e del museo lapidario Arcivescovile. Già nel 1903, Corrado Ricci commissiona ad Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga di redigere una relazione sullo stato dei mosaici. I restauratori mettono chiaramente in evidenza lo stato precario del monumento, argomento già evidente al Ricci. Finalmente, tra il 1910 e il 1919 venne messo in atto l'intervento del Gerola che, indagate le varie tracce dell'antico impianto, ne ripristinò l'articolazione planimetrica, comprendendo che la cella era preceduta da un vestibolo di forma rettangolare allungata e terminava dalla parte opposta con un abside; sia l'uno che l'altra vennero riportati in essere completandone il rivestimento parietale in lastre di marmo greco e quello musivo in gran parte perduto. Del ripristino e del restauro del patrimonio musivo, dell'intero complesso, si occuperà Giuseppe Zampiga a partire dal 1911. Nel fondo oggetto di studio, sono presenti due lastre, raffiguranti lo stesso soggetto prima del restauro, avvenuto per volere del soprintendente Giuseppe Gerola e per mano del restauratore Giuseppe Zampiga, nel 1914. Nelle lastre, ricondotte al 1882 ca., è raffigurato il Cristo guerriero con le gambe coperte, le cui vesti sono dipinte e non realizzate a mosaico come era in origine, riportato alla luce dopo l'intervento dei primi del Novecento che la pellicola oggetto d'esame documenta. Come possiamo verificare dai cataloghi a stampa, per lastre raffiguranti lo stesso soggetto, secondo una pratica consueta per il Ricci e che abbiamo potuto riscontrare anche in altri casi nello stesso fondo fotografico, veniva riattribuito lo stesso numero di inventario, cosi da poter creare un legame iconografico e documentario fra i diversi scatti. Per quanto riguarda il bene in esame, un negativo su pellicola di nitrato di cellulosa, non abbiamo riscontro di tale tecnica sui cataloghi a stampa per come sono riediti sul volume della Novara del 2006. Su tale pubblicazione, riferimento imprescindibile adottato per le datazioni delle lastre in esame, e che riproduce tutti i cataloghi a stampa della ditta Ricci, non è presente la seconda pagina del frontespizio, in cui il Ricci, si veda il catalogo originale in francese del 1882 conservato presso il Kunsthistorisches Institut in Florenz, riportava le misure e le tecniche delle riproduzioni in vendita presso il suo studio. La paternità dello scatto e la datazione cronologica sono state quindi ricondotte, vista l'analisi tecnico formale che vede il nitrato comparire intorno all'ultima decade del secolo XIX, ai successori del fotografo ravennate, che hanno continuato l'attività con l'intestazione Ditta Luigi Ricci (per la storia della successione dello studio fotografico, passato in gestione prima alla moglie e nel 1903 alla famiglia Bonaventura, si veda la ricca bibliografia di Paola Novara allegata a questa scheda)
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649521
- NUMERO D'INVENTARIO 14155
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- ISCRIZIONI pergamino: recto: in alto e al centro - 6-C-3// 14155/ RA/ Cappella Arcivescovile/ Mosaico - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0