Ravenna, Sant'Apollinare Nuovo. Il riquadro musivo con la Vergine in trono
negativo,
post 1899 - ante 1930
Ditta Luigi Ricci (1896-1930)
1896-1930
La lastra presenta diverse impronte del portalastre
- OGGETTO negativo
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SOGGETTO
Italia - Emilia-Romagna - Ravenna - Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
Arte paleocristiana - Mosaici - Maestranze ravennati - Maestranze orientali
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MATERIA E TECNICA
VETRO
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MISURE
Misura del bene culturale 0800649320: 238x297 mm
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Ditta Luigi Ricci (1896-1930): fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- LOCALIZZAZIONE ex monastero di San Vitale
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il complesso decorativo a mosaico della basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, conservatosi sulle pareti della navata centrale e composto da tre registri che si svolgono longitudinalmente percorrendo l’intera estensione delle fiancate, fu restaurato in più occasioni durante il XIX secolo. Pur non trascurando la pulitura ed il consolidamento del 1895 di Carlo Novelli, i principali lavori si possono riepilogare in tre interventi: quelli del biennio 1845-1846 compiuti dallo sfortunato Liborio Salandri, caduto dalle impalcature durante i restauri, quindi le discusse operazioni ed i rifacimenti del romano Felice Kibel, protrattisi dal 1852 sino al 1863, ed infine i lavori diretti dal soprintendente Corrado Ricci, condotti da Giuseppe Zampiga e Alessandro Azzaroni sullo scorcio del secolo e conclusi nel giugno del 1900 (Ricci 1933 pp. 107-111; Novara-Ranaldi 2013, pp. 180-182; Penni Iacco 2004, pp. 123-130). In tale contesto si inseriscono le riprese dovute allo stabilimento fotografico locale Luigi Ricci (padre dello stesso Corrado): all’interno del Fondo Santa Teresa della Soprintendenza di Ravenna si conservano infatti numerosi negativi, tra collodi e gelatine, dell'intero ciclo musivo della basilica. Tra le lastre recuperate si ritrovano diverse immagini del corteo delle sante vergini, della teoria dei santi, della Vergine e di Cristo in trono, del Palatium teodoriciano, del controverso ritratto maschile conosciuto come Teodorico o Giustiniano e dei pannelli relativi al ciclo cristologico con episodi della vita di Gesù (parobole, miracoli, Passione e Resurrezione). Sostanzialmente le lastre al collodio si situano tra i restauri di Kibel e i lavori della soprintendenza ricciana, mentre le gelatine relative al ciclo cristologico, sicuramente più recenti per via della tecnica utilizzata, paiono fare parte di un'unica campagna fotografica forse posteriore all'intervento di Zampiga-Azzaroni. Nel fondo fotografico si conservano 4 lastre del riquadro musivo con la Vergine in trono e le schiere angeliche: per l’unico collodio di formato standard 18x24 (come previsto nei cataloghi di vendita Ricci) si rimanda alla scheda F con NCT 08 00649299 (inv. 13963); tra le restanti lastre certamente 2 riproducono la medesima stampa positiva (invv. 14382 e 14384), mentre l’unica gelatina del gruppo 14398 documenta la raffigurazione dopo l’intervento del duo Azzaroni-Zampiga per la presenza della greca dipinta nella fascia superiore (realizzata attorno al 1899). Unicamente 14384 è contrassegnato dal numero Ricci 105, rintracciabile solo a partire dal terzo catalogo di vendita del 1882 in abbinamento all’immagine corretta (“105.Fianco sinistro, la Vergine in trono col bambino e quattro angeli”), anche se il soggetto compare registrato con altri identificativi sin dalla prima edizione (era prassi consolidata sostituire al bisogno le etichette numerate dei vetri). Con l’eccezione della gelatina che fotografa una situazione mutata dopo il restauro sullo scorcio dell’Ottocento, le restanti tre immagini sono varianti dello stesso soggetto, due addirittura identiche entrambe conservate dal fotografo. L’impossibilità di individuare con certezza per quale catalogo di vendita siano stati realizzati i tre collodi, determina una datazione dubitativa da estendersi indicativamente tra l’apertura della ditta (1866) ed il terzo catalogo di vendita, ampiamente incrementato rispetto alle due edizioni precedenti. Data la situazione, si potrebbe ipotizzare che lo studio fotografico tenesse a disposizione della clientela molteplici possibilità in riferimento ad un solo soggetto, rivelando una pluralità di riprese che non è rispecchiata negli elenchi di vendita, necessariamente riepilogativi. La gelatina 14398 è databile tra l’intervento pittorico a greche del 1899 e l’anno di chiusura della ditta, già passata nelle mani dei successori di Luigi Ricci, prima condotta dalla moglie poi dai Bonavita
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649320
- NUMERO D'INVENTARIO 14298
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
registro inventariale (1)
registro inventariale (2)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0