Veduta della Loggia dei Lanzi a Firenze
positivo,
post 1856 - ante 1863
Fratelli Alinari (attribuito)
1852-1920
Talenti, Simone (1340?-1383)
1340?-1383
Ristori, Taddeo (xiv Sec)
XIV sec
Dami, Benci Di Cione (1330 Ante-1388)
1330 ante-1388
Albumina incollata su supporto secondario in cartoncino
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Rinascimento - Sculture – Sec. 16
Architetti italiani – Sec. 14. – Ristori, Taddeo
Italia - Toscana – Firenze – Piazza della Signoria - Loggia de’ Lanzi
Architettura – Edifici pubblici – Sec. 14
Architetti italiani – Sec. 14. – Dami, Benci di Cione
Architetti italiani – Sec. 14. – Talenti, Simone
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MATERIA E TECNICA
CARTA
albumina
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CLASSIFICAZIONE
DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
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ATTRIBUZIONI
Fratelli Alinari (attribuito): fotografo principale
Talenti, Simone (1340?-1383): architetto
Ristori, Taddeo (xiv Sec):
Dami, Benci Di Cione (1330 Ante-1388):
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La costruzione della Loggia fu deliberata nel 1374 al fine di dotare la città di un luogo rappresentativo e riparato, idoneo ad accogliere le cerimonie e le riunioni pubbliche dei Priori e dei Gonfalonieri che, in caso di maltempo, non potevano altro che contare sui ristretti ambienti della vicina chiesa di San Pier Scheraggio. Risarciti i proprietari delle case da abbattere, il cantiere fu aperto nel 1376 e rimase attivo fino al 1382 sotto la direzione di Simone di Francesco Talenti, Taddeo Ristori e Benci di Cione, tutti architetti ugualmente presenti nel vicino cantiere della Cattedrale. Per quanto a lungo tempo ricondotta a un progetto di Andrea Orcagna, la loggia risulta costruita in anni successivi alla morte dell'artista (1368), che peraltro non appare in nessuna fonte documentante l'impresa. Nel 1541 il duca Cosimo I assoldò una guardia personale formata da 200 Landsknecht che, acquartierati nel vicino chiasso de' Baroncelli per più di due secoli, portò alla denominazione della loggia come 'dei Lanzi'. Nel XVI secolo, furono collocate negli spazi della Loggia alcune sculture rinascimentali: il “Perseo” di Benvenuto Cellini, il “Ratto delle Sabine” e “Ercole e il centauro Nesso” di Giambologna. Il positivo in esame è attribuibile ai Fratelli Alinari per confronto con un panorama di Piazza della Signoria pubblicato nel testo di Giovanni Fanelli in “Fratelli Alinari. Fotografi in Firenze” a cura di Arturo Carlo Quintavalle e Monica Maffioli (2003). La fotografia è stata realizzata tra il 1856 ed il 1863, da una finestra della Residenza dell’Arte dei Mercatanti. La stessa, che non è presente nei cataloghi dello studio Alinari prodotti tra il 1856 ed il 1865, fu però utilizzata nel 1863 per ricostruire attraverso un fotomontaggio di grande formato, il panorama generale della Piazza della Signoria da nord-ovest verso sud-est. In quel periodo infatti, gli Alinari prediligevano vedute di scorcio dei monumenti architettonici evitando le riprese frontali e assiali. La datazione è confermata dal fatto che sotto la Loggia de’ Lanzi non è presente il “Ratto di Polissena” di Pio Fedi, l’ultima statua collocata il 14 dicembre 1866. Al tempo della diffusione dell’arte fotografica a Firenze, avvenuta verso il 1850 circa, il commercio delle stampe era fiorente e uno dei massimi esponenti del ramo era il ricco calcografo Giuseppe Bardi. Questi, per sopperire alle continue richieste delle vedute della città di Firenze eseguite con la nuova arte, pensò d’inserire i panorami fotografici nel già florido commercio di stampe. Per questo scopo non trovò di meglio che spingere il suo dipendente Leopoldo Alinari (1832-1865), che già aveva dimostrato grande interesse alla fotografia, ad occuparsi di essa per sfruttarne il lato commerciale. G. Bardi, nel 1852 organizzò per Leopoldo Alinari un piccolo laboratorio fotografico situato in via Cornina (odierna Via del Trebbio). Le vedute eseguite dall’Alinari in quel tempo, recanti tutte il timbro a secco del Bardi, trovarono non solo una favorevole accoglienza, ma ebbero un successo commerciale così forte da spingere l’Alinari a fondare nel 1854 una società fotografica denominata “Fratelli Alinari” con la partecipazione dei fratelli Romualdo (1830-1890) che ricopriva mansioni amministrative e Giuseppe (1836-1890) che implementava l’attività fotografica. Questa data segnò l’inizio di una lunga e fortunata carriera al servizio della fotografia e dell’arte. Non solo gli Alinari fotografarono i principali monumenti della loro città, ma ampliarono il loro campo di azione nelle principali città toscane spingendosi anche a Roma e a Napoli. Nel 1861 gli Alinari partecipano all’Esposizione Italiana di Firenze con ben trentacinque opere. Decisero di fondare lo Stabilimento Fotografico Alinari la cui produzione acquisì notevole impulso e vennero scattate migliaia di fotografie in tutta Italia privilegiando le opere d’arte e l’aspetto monumentale delle città. Nel 1863 gli Alinari trasferirono la loro Società in un palazzo edificato nel nuovo quartiere detto di “Barbano”, in via Nazionale 8 (poi via Nazionale 6 e dal 1987 Largo Alinari 15). Nel 1865 venne pubblicato il loro primo Catalogo Generale (le cui tre appendici videro la luce fino al 1887) e nel 1888 avviarono la produzione delle stampe in collotipia, ricerca seguita e voluta da Giuseppe, il cui impegno nella sperimentazione di nuove formule tecniche per raggiungere “primati” fotografici, rimase sempre costante. I fratelli Alinari furono presenti all’esposizione di Vienna del 1873, di Parigi del 1878 e di Milano del 1881, ottenendo sempre riconoscimenti e medaglie. Dopo la morte di Leopoldo, i fratelli continuarono ad occuparsi dello stabilimento fino al 1890, quando la gestione dell'azienda passò a Vittorio (1859-1932), figlio di Leopoldo. [LE NOTIZIE STORICO-CRITICHE PROSEGUONO IN OSSERVAZIONI]
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635966
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 445
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0