Veduta del complesso di San Vitale a Ravenna

positivo album, post 1880 - (?) 1896

Stampa incollata al recto della carta 23, inserita con gli angoli superiori nei tagli predisposti nell'album

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Architettura - Chiese - Basiliche - Monasteri
    Tamburi - Portali - Campanili - Absidi
    Italia - Emilia Romagna - Ravenna - Basilica di San Vitale
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Ricci, Luigi (1823-1896): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione, 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sono state individuate all’interno dell’Album Faccioli 9 albumine di grande formato relative alla città di Ravenna, probabilmente tutte attribuibili a Luigi Ricci (le invv. 713, 720, 726, 730 mostrano il timbro a secco dell’autore, mentre risultano anonime le invv. 716, 719, 725, 727, 729), pur non presentando la caratteristica numerazione identificativa nell’angolo inferiore sinistro (Novara 2006, p. 6, vedi BIB). L’immagine documenta una veduta del fronte meridionale della Basilica di San Vitale, osservata dall’alto del tetto di Palazzo da Porto (poi Maioli). La grande basilica a struttura circolare, una delle più importanti superstiti nell’intera arte bizantina in Occidente, venne avviata nella costruzione dal vescovo di Ravenna Ecclesio (intorno al 526), ma radicalmente trasformata e ampliata nel progetto che vide la luce durante l’episcopato di Vittore a partire dal 537, per poi trovare coronamento con Massimiano (eletto nel 546, primo a fregiarsi della potestà arcivescovile) e inaugurata nel maggio del 547. La chiesa vide nel corso dei secoli l’addossarsi di varie strutture edilizie, in aggiunta agli originali ambienti quali il nartece di accesso e le cappelle (pastophoria) laterali al presbiterio. La ripresa evidenzia il portale cinquecentesco aperto sul fianco destro dell’abside, accanto al pastophoria detto del Sancta Sanctorum, realizzato da lapicidi veneziani in pietra d’Istria e marmi policromi. L’edificio si mostra inoltre collegato alle alte strutture del convento benedettino (visibili sul fianco sinistro) che si erano ampliate fino a risultare tangenti alla stessa struttura della chiesa, in particolare con un corpo di fabbrica internamente adibito a Sacrestia, a cui si accedeva tramite un androne direttamente dalla chiesa. Nel 1880 il Sancta Sanctorum venne consolidato nelle proprie strutture murarie, intervento già realizzato nell’immagine presente. Le verifiche condotte nel corso degli anni ’80 dal Genio Civile, e dopo il ‘91 dall’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti dell’Emilia, sotto la direzione di Raffaele Faccioli, avevano già posto l’attenzione sul monumento bizantino e sulle superfetazioni ad esso imposte dall’espansione delle strutture edilizie di epoca successiva. La decisione di operare l’isolamento della basilica venne presa nel febbraio del 1889, e in seguito avviata con la rimozione del protiro ancora esistente sul fianco orientale. Il progetto venne quindi portato a termine dalla Soprintendenza speciale ai Monumenti di Ravenna, istituita nel 1897 e diretta da Corrado Ricci, che tra il 1899 e il 1900 atterrò la grande cappella del Santissimo Sacramento (ancora visibile a destra dell’abside nella nostra fotografia), e in seguito la distruzione della Sagrestia collegata al monastero benedettino, completata nel 1901. Il fototipo in esame deriva dunque da una ripresa effettuata tra il 1880 ed il 1899. Luigi Ricci, fotografo ravennate attivo dal 1866 presso il laboratorio di strada Porta Sisi (oggi via Corrado Ricci, intitolata al celebre figlio di Luigi), trasferì dopo qualche anno la sua attività in strada del Monte, in seguito via Farini (attuale via Diaz), come si ricava dall’indirizzo precisato nel primo catalogo a stampa del 1869. In seguito alla scomparsa del fotografo, avvenuta nel 1896, la moglie proseguì l’attività sino al 1903, quando cedette lo studio ai coniugi Angelo ed Egle Bonavita (chiusura definitiva nel 1930). I cataloghi della ditta Luigi Ricci si compongono di 6 edizioni: 4 stampate quando il fondatore era in vita (1869, 1877, 1882 e 1895) e 2 postume (1900, con la moglie ancora proprietaria, e 1914). A partire dal terzo catalogo, accanto al titolo della fotografia, compare un asterisco: è il segno distintivo che indica la possibilità di stampare il negativo nel grande formato 30x40. Le 9 stampe dell’Album Faccioli sono tutte di tale grandezza, ferme restando le difficoltà nell’identificazione certa tra fotografia e titolo del catalogo corrispondente. La datazione dei positivi è indicativamente fissata dai termini dell’attività dell’autore (dal 1866 sino alla morte nel 1896), anche se l’estremo finale potrebbe essere esteso al 1903, periodo in cui il laboratorio fu gestito dalla moglie di Ricci. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. [PER MANCANZA DI SPAZIO, SI PROSEGUE IN OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-83
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 713
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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