Siena - Chiesa di San Domenico. Il Ciborio all'Altare Maggiore. (Benedetto da Maiano)
positivo,
post 1900 - ante 1925
Il supporto secondario è conservato separatamente rispetto al fototipo al quale appartiene, ovvero all'interno della carpetta di riferimento
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Siena - Chiesa di San Domenico - Ciborio
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MATERIA E TECNICA
albumina/ carta
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio Fotografico SBSAE BO
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
- INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iscrizione P.e I.a presente nella fotografia è stata utilizzata dagli Alinari intorno al 1910. (Quintavalle, Arturo Carlo, Fratelli Alinari - Fotografi in Firenze. 150 anni che illustrano il mondo, 1852-2002, Firenze, 2003, p. 596)Una fotografia che presenta la medesima didascalia e numerazione appare nel catalogo Alinari Soc. An. I.D.E.A.., Siena, Firenze 1925, p. 14.La storia del marchio Alinari inizia nel 1852 quando Leopoldo Alinari (1832-1865), con l'aiuto finanziario di Giuseppe Bardi, il calcografo presso il quale fin da giovanissimo aveva fatto il suo apprendistato, impianta, in Via Cornina (odierna Via del Trebbio), un piccolo laboratorio fotografico; compare per la prima volta il marchio Alinari. Dopo due anni viene fondata la società che prende il nome Fratelli Alinari e della quale fanno parte anche i due fratelli, Giuseppe (1836-1890), con mansioni fotografiche e Romualdo (1830-1890), con compiti amministrativi. Il 1855 è l'anno della vera e propria affermazione degli Alinari come fotografi di fama internazionale, con la loro prima presentazione ufficiale all'Esposizione di Parigi e in luglio i soggetti fotografici in commercio sono diventati 84: trentanove di Firenze, venticinque di Pisa, dodici di Siena, e otto di altri luoghi del Granducato (solo un anno dopo vengono pubblicati i primi due cataloghi in lingua francese). Nel 1863 gli Alinari trasferiscono la loro Società nel grande palazzo edificato nel nuovo quartiere detto di "Barbano", in Via Nazionale 8 (poi via Nazionale, 6 e dal 1987 Largo Alinari, 15); solo due anni prima, allEsposizione Italiana di Firenze furono presentati al pubblico, per la prima volta, dei lavori di ritrattistica. Nel 1865 viene pubblicato il loro primo Catalogo Generale (le cui tre appendici vedranno la luce fino al 1887) e nel 1888 inizia la produzione delle stampe in collotipia, ricerca seguita e voluta da Giuseppe Alinari, il cui impegno nella sperimentazione di nuove formule tecniche alla ricerca di "primati" fotografici è e rimarrà sempre costante. Nel 1890, a seguito della morte, nello stesso anno, sia di Giuseppe che di Romualdo, il giovane figlio di Leopoldo, Vittorio (1859-1932), appena trentunenne, assume la direzione dello Stabilimento: la fotografia Alinari ha ormai pienamente conquistato uno spazio autonomo nella cultura italiana ed internazionale della seconda metà dell'Ottocento, trasformando l'azienda in vera e propria industria leader nel proprio settore. A partire dal 1893 gli Alinari avviano una propria Attività Editoriale che, alla fine del 1907, annovererà un catalogo di 40 titoli di pubblicazioni dedicate alla storiografia artistica e di costume curate da eminenti critici d'arte come Igino Benvenuto Supino che dirigerà anche dal 1903 la rivista "Miscellanea dArte" pubblicata dalla stessa ditta Alinari. Nel nuovo mercato dell'editoria d'arte e delle pubblicazioni dedicate al "viaggio turistico" in Italia, gli Alinari si propongono come uno dei più ricchi archivi di immagini da cui attingere i repertori iconografici. Nel 1920 Vittorio Alinari cede l'azienda, il patrimonio fotografico ricco di 62.000 lastre e il marchio ad un gruppo di nobili, intellettuali e imprenditori, nasce cosi la Fratelli Alinari I.D.E.A. (Istituto di Edizioni Artistiche) S.p.A.Quintavalle, Arturo Carlo, Fratelli Alinari - Fotografi in Firenze. 150 anni che illustrano il mondo, 1852-2002, Firenze, 2003.Il Fondo Malaguzzi Valeri comincia a costituirsi per volere di Francesco Malaguzzi Valeri a pochi mesi di distanza dal suo incarico in qualità di Direttore della Pinacoteca Nazionale di Bologna. In una lettera a Corrado Ricci del 22 dicembre 1915, Malaguzzi Valeri scriveva: "Caro Ricci, secondo un tuo - e mio - desiderio ho iniziato con qualche fortuna la raccolta fotografica bolognese e dintorni con vedute antiche e piante dellantica Bologna". Da successive lettere sappiamo che nel 1918 larchivio fotografico supera già le 6500 unità. Inoltre vi erano altre stampe subentrate nel fondo attraverso altri canali, ulteriori e probabili stampe di sua proprietà, e quelle donate lanno successivo da Igino Benvenuto Supino. La documentazione scritta si ferma al 1918, ma il fondo stesso ci testimonia che successivamente alla morte del Malaguzzi nel 1928 questo sia stato ampliato. Il Fondo Malaguzzi Valeri è costituito da 5720 positivi, stampati per lo più con la tecnica dell'albumina e gelatina bromuro d'argento e realizzati da autori diversi, dalla seconda metà dellOttocento alla seconda metà del Novecento. I soggetti riguardano prevalente opere di pittori europei dal sec. XII al sec. XX
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800418372
- NUMERO D'INVENTARIO FMV 3 60 5
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI sul supporto primario: recto: in basso - (Ed.ne Alinari) P.e I.a N.o 9055. Siena - Chiesa di San Domenico. Il Ciborio all'Altare Maggiore. (Benedetto da Maiano) - fotografica -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0