Torrechiara - Sala d'oro

positivo, ca 1870 - ca 1900
Anonimo
1878
  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO Torrechiara - Affreschi
  • MATERIA E TECNICA albumina/ carta
  • ATTRIBUZIONI Anonimo: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio Fotografico SBSAE BO
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sul retro della fotografia compaiono alcune iscrizioni a matita tra cui il numero 114 che potrebbe corrispondere ad un numero di inventario.L’ aspetto intrigante che caratterizza la camera d’oro non si tratta solo del suo complesso significato ma anche l’individuazione dell’autore degli affreschi; alcuni studiosi li hanno attribuiti a Benedetto Bembo, mentre altri si sono indirizzati verso Francesco Tacconi. Entrambi i due pittori cremonesi sono risultati coinvolti nella storia di Torrechiara attraverso alcuni loro scritti che parlano delle varie pitture eseguite; ma ciò che è certo è che nel castello hanno però lavorato diversissimi artisti.L’autore va sicuramente ricercato in ambito cremonese sia per la qualità e la cultura pittorica espressa, sia perchè i Rossi dimostrano di avere un particolare legame affettivo a culturale con Cremona. La madre di Pier Maria aveva fatto affrescare da Bonifacio Bembo (il più noto fratello tra i Bembo) la cappella di famiglia in Sant’Agostino a Cremona. Suo marito aveva ottenuto la cittadinanza cremonese e lo stesso aveva fatto Pier Maria in quanto tutti i suoi avi erano stati cardini della città di Cremona.L’attribuzione a Benedetto Bembo risale ad un secolo fa e fu proposta da Corrado Ricci; quest’ultimo parlò delle grandi somiglianze fra i volti degli angioletti delle opere certe di Bembo con i volti degli eroti (in realtà si può parlare di un punto di vista molto soggettivo). Si notano invece numerose divergenze: gli angeli sorreggono gli stessi strumenti musicali in modo differente e anche la prospettiva dei piani differisce completamente dalle inclinazioni notevoli del polittico (l’opera certa di Bembo), ma soprattutto è diverso l’atteggiamento della madonna di santa Caterina, caratterizzata dalle spalle strette, spioventi e impacciate nei movimenti, rispetto alla disinvoltura di Bianca i cui abiti scendono con raffinata, moderna eleganza.La possibile paternità attribuita a Francesco Tacconi viene proposta nel 1909 da Malaguzzi Valeri, ipotesi ritenuta accettabile da diversi studiosi ma contrastata dalle troppe differenze dei paesaggi di questo artista troppo rinascimentali rispetto a quelli di Torrechiara e dalle tipologie delle persone.Per tanto non si può dire con certezza chi fu il vero autore della camera d’oro anche se la famiglia dei Bembo è ritenuta la miglior ipotesi attribuibile e soprattutto da essa esce una terza persona possibile, Girolamo Bembo al quale si posso ricondurre legittimamente gli affreschi di Torrechiara in base a vari testi che parlano delle somiglianze fra le opere conosciute di Girolamo e le raffigurazioni di Torrechiara. Il Fondo Malaguzzi Valeri comincia a costituirsi per volere di Francesco Malaguzzi Valeri a pochi mesi di distanza dal suo incarico in qualità di Direttore della Pinacoteca Nazionale di Bologna. In una lettera indirizzata a Corrado Ricci datata 22 dicembre 1915, Malaguzzi Valeri scriveva: "Caro Ricci, secondo un tuo - e mio - desiderio ho iniziato con qualche fortuna la raccolta fotografica bolognese e dintorni con vedute antiche e piante dell’antica Bologna".L’8 settembre del 1918, Malaguzzi Valeri informa Ricci di aver raggiunto, grazie all’incremento del Ministero, le 5000 unità, lamentandosene per la scarsità e chiedendo un appoggio per ottenere altri esemplari. Sommando il numero di fotografie segnalate nella lettera del marzo 1917, con quelle dell’aprile dello stesso anno, si osserva come l’archivio fotografico superi le 6500 unità. Inoltre vi erano altre stampe subentrate nel fondo attraverso altri canali, ulteriori e probabili stampe di sua proprietà, e quelle donate l’anno successivo da Igino Benvenuto Supino.Al 1918 si ferma la documentazione scritta sul fondo malaguzziano, ma il fondo stesso ci testimonia come negli anni successivi la morte del Malaguzzi, avvenuta nel 1928, il fondo sia stato ampliato nei decenni successivi.Il Fondo Malaguzzi Valeri è costituito da 5720 positivi, stampati per lo più con la tecnica dell'albumina e gelatina bromuro d'argento e realizzati da 118 autori diversi, dalla seconda metà dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento. I soggetti predominanti riguardano opere di pittura di artisti europei, coprendo un periodo cronologico che va dal sec. XII al sec. XX. Il nucleo più corposo riguarda opere del Museo del Prado di Madrid con 495 stampe seguito dalla Galleria degli Uffizi con 263 stampe, la Pinacoteca di Brera (257), le Gallerie dell’Accademia di Venezia (224), il Museo Nazionale di Capodimonte (217)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800418367
  • NUMERO D'INVENTARIO FMV 3 59 2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2010
  • ISCRIZIONI sul supporto primario: verso: in basso al centro - Bonifacio Bembo - a matita -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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