Esposizione della Gioconda dopo il ritrovamento

positivo, 1913 - 1913
Vincenzo Perazzo
1866/ 1925

Positivo incollato su cartoncino di supporto di grammatura pesante di colore marrone

  • OGGETTO positivo
  • SOGGETTO La Gioconda - Dipinti - Funzionari pubblici
  • MATERIA E TECNICA gelatina bromuro d'argento/ carta
  • ATTRIBUZIONI Vincenzo Perazzo: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
  • LOCALIZZAZIONE Noviziato di S. Ignazio
  • INDIRIZZO Via Belle Arti, 56, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il positivo mostra l'esposizione straordinaria della Gioconda dopo il suo ritrovamento. Il dipinto era stato trafugato dal Salon Carré del Museo del Louvre il 21 agosto 1911 da Vincenzo Peruggia, un muratore italiano emigrato in Francia. Scopo del furto era restituire l'opera agli italiani, in realtà il dipinto restò per più di due anni presso l'abitazione del Peruggia fino a quando decise di riportarla in Italia dove tentò di venderla all'antiquario fiorentino Alfredo Geri. Fu Giovanni Poggi, allora Direttore degli Uffizi, a riconoscere l'autenticità del quadro che l'11 dicembre 1913 gli venne riconsegnato presso l'hotel Tripoli di Firenze. L'immagine coglie un gruppo di studiosi e storici dell'arte: Nello Tarchiani, Carlo Gamba, Corrado Ricci, già Direttore generale nel Ministero della Pubblica Istruzione, Giovanni Poggi, Pasquale Nerino Ferri, Matteo Marangoni e probabilmente Odoardo Giglioli, posti a semicerchio davanti al dipinto collocato su di un cavalletto, l'ambiente fortemente illuminato da quattro finestre giustapposte è chiuso sullo sfondo da un pesante tendaggio che funge da quinta scenica e che esalta la solennità del momento.Vincenzo Perazzo (Bologna 1866-1925) fu fotografo presso la Soprintendenza di Firenze (Gabinetto Fotografico degli Uffizi). Con la nomina di Francesco Malaguzzi Valeri a Soprintendente di Bologna, Perazzo lavorerà periodicamente con distaccamento nella città emiliana, realizzando riprese in seguito pubblicate da storici dell'arte come Igino Benvenuto Supino o dallo stesso Malaguzzi Valeri nella Rivista d'Arte diretta dal fiorentino Giovanni Poggi, direttore della Galleria degli Uffizi. Nel 1927 furono rilevate dalla Pinacoteca di Bologna (acquisto Carolina Fornasari, vedova Perazzo), 1221 fotografie appartenute al professionista, insieme a libri, opuscoli, disegni e stampe.Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800391993
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/394
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Pinacoteca Nazionale di Bologna e Palazzo Pepoli Campogrande
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2011
  • ISCRIZIONI nell'immagine, in basso - Tarchiani Gamba Ricci Poggi Marangoni? Nerino Ferri - a matita -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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