Ancona - Arco di Traiano e Cattedrale di San Ciriaco - Veduta dal molo
positivo,
ca 1864 - ca 1874
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Architettura - Vedute - Ancona
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MATERIA E TECNICA
albumina/ carta
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
- LOCALIZZAZIONE Noviziato di S. Ignazio
- INDIRIZZO Via Belle Arti, 56, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa daI basso riesce a cogliere la complessità dello scorcio urbanistico che vede la giustapposizione di elementi stilisticamente difformi armonizzati dal contesto naturalistico. Il colle Guasco si erge sullo sfondo e alla sua sommità campeggia l'articolata struttura a pianta centrale del duomo romanico. L'occhio scende seguendo la pendenza della collina e trova in primo piano l'arco trionfale romano dalle forme nitide sottolineate da una luce diretta e limpida. Il molo accompagna in profondità prospettica l'intera veduta che prende ulteriore respiro dalla consistenza mobile dell'acqua e delle barche ormeggiate sulla destra.Emilio Anriot, parigino di nascita, apre uno studio fotografico a Bologna in Via Mercato di Mezzo, 56. Per la campagna fotografica nelle Marche si avvale della collaborazione di Achille Quinet, ugualmente parigino e attivo in Italia (Venezia, Firenze e Bologna). Dalla stampa contemporanea (Corriere dell'Emilia, Monitore di Bologna, aprile 1864) si profila un rapporto burrascoso tra i due. Quinet sostiene di essersi recato a Bologna nel 1864, su chiamata di Anriot, per eseguire una raccolta di vedute e paesaggi marchigiani e lombardi. A seguito del lavoro svolto Anriot appose il suo marchio sulle riprese eseguite da Quinet. E' interessante valutare come sia diverso l'approccio verso il concetto di autorialità: Quinet rivendica la peternità esecutiva e creativa degli scatti mentre Anriot sostiene che un lavorante "che ha prestato la propria opera in un lavoro a cui prese parte tutto il personale di uno stabilimento" non possa ritenersi l'autore. Il positivo in esame dovrebbe dunque a tutti gli effetti essere opera dell'operatore Achille Quinet, anche se accorpata alla paternità più generale dello studio Anriot, così come avveniva in ogni stabilimento fotografico di grande respiro (un esempio per tutti quello dei Fratelli Alinari).l fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918)
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800366442
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/356
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Pinacoteca Nazionale di Bologna e Palazzo Pepoli Campogrande
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0