Villa Revedin a Bologna
positivo,
post 1863 - ante 1873
Deroche, Ippolito
1863-1873
Lo sbiadimento parziale del supporto secondario dovuto alla luce denuncia la precedente presenza di un passpartout sagomato. I ritocchi ad inchiostro, direttamente sulla stampa, interessano alcuni alberi fotografati nella ripresa
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Bologna - Ville - Vedute - Paesaggio
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MATERIA E TECNICA
albumina/ carta
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ATTRIBUZIONI
Deroche, Ippolito: fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Gabinetto dei Disegni e delle Stampe
- LOCALIZZAZIONE Noviziato di S. Ignazio
- INDIRIZZO Via Belle Arti, 56, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). All'interno del fondo esistono due differenti riprese di Villa Revedin, dall'alto del colle su cui è posizionata (NCTN 00366422) e dal punto di vista della pianura sottostante, entrambe riconducibili al fotografo parigino Ippolito Deroche, presente in diverse città italiane con i laboratori aperti a Bologna, Milano, Livorno, Lucca, Perugia e Terni.Proprio nella città emiliana aprì le prime due sedi di via Cavalliera e della vicina Piazza S. Martino, attive nel decennio tra il 1863 ed il 1873.Opera matura di Angelo Venturoli (il cui collegio omonimo fondato attraverso volontà testamentaria dell'architetto venne frequentato anche da Raffaele Faccioli), almeno nelle sue porzioni esterne, gli immobili di pertinenza del convento dei Cappuccini vennero acquisiti nel 1811 dall'avvocato Giovanni Maria Regoli e riconvertiti dal Venturoli in dimora privata. La facciata principale, con il frontone retto da quattro poderose colonne, e il lungo fronte settentrionale, ancora in essere nell'edificio attuale, sono dovuti dell'architetto medicinese.Grande dunque il valore documentario delle due immagini della villa, precedenti alla costruzione, nella parte sud-ovest, del seminario arcivescovile di Bologna, terminato nel 1932, e soprattutto antecedenti ai bombardamenti del 1944
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800366421
- NUMERO D'INVENTARIO 31875/335
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Pinacoteca Nazionale di Bologna e Palazzo Pepoli Campogrande
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0