Chiesa di S. Stefano Bologna
positivo,
ca 1876 - ante 1894
Anonimo
1878
Il positivo, incollato ad un cartonicino a grammatura pesante color seppia, è stato collocato in una busta di carta conservazione e posto orizzontalmente entro una scatola di cartone inerte, intestata “BOLOGNA/ Santo Stefano/ da P_000295 a P_000384”. All'interno della scatola, i fototipi sono ordinati secondo il numero progressivo di inventario. Il supporto secondario presenta nel recto un timbro ad inchiostro blu con iscrizione parzialmente illeggibile, ma identificabile con quello della Regia Soprintendenza ai Monumenti dell'Emilia di Bologna
- OGGETTO positivo
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SOGGETTO
Scultura - Chiese - Sarcofagi
Italia - Emilia Romagna - Bologna - Complesso di Santo Stefano - Sarcofago di Sant'Agricola
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MATERIA E TECNICA
albumina/ carta
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ATTRIBUZIONI
Anonimo: fotografo principale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico storico (ex Soprintendenza BAP)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
- INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'immagine mostra il sarcofago di Sant'Agricola (prospetto posteriore), collocato nell'absidiola destra della chiesa dei Santi Vitale e Agricola all'interno del complesso stefaniano di Bologna. Il fronte a tergo dell’arca riporta al centro l'epigrafe dedicatoria 'BEATISSIM[O] MARTYRI AGRICOLE' (quasi non visibile nel fototipo), inquadrata da due elementi plastici, aggiunti in epoca posteriore rispetto a quella di realizzazione; un tralcio a volute con foglie e volatili incornicia il lato basso del prospetto, per confluire, lungo l'intero perimetro, in due nastri ellittici che racchiudono croci, fiori e animali. Si ipotizza che la fotografia possa essere contemporanea ai lavori di recupero della chiesa dei Santi Vitale e Agricola, condotti dall'ingegnere Raffaele Faccioli tra il 1876 circa ed il 1894, anno in cui venne riaperta al culto, nonostante presenti nel recto del supporto secondario il timbro ad inchiostro blu della Regia Soprintendenza ai Monumenti dell'Emilia, ente attivo tra 1904 ed 1923 (anno in cui venne emanato il Regio Decreto n. 3164 che stabilì un nuovo ordinamento degli uffici periferici, accorpando beni architettonici ed artistici in un unico istituto, la Soprintendenza all'Arte Medioevale e Moderna dell'Emilia-Romagna); la presenza del timbro così intestato peraltro non presuppone che il positivo sia certamente ascrivibile a tale arco cronologico (l'apposizione del timbro potrebbe essere successiva alla realizzazione del positivo), inoltre la tecnica di stampa all'albume principia già ad esaurirsi con l'inizio del Novecento, divenendo più rara tra primo e secondo decennio (effettivamente l'analisi tecnico-formale dell'oggetto anticipa indicativamente la data di realizzazione agli ultimi due decenni dell'Ottocento). E' fortemente probabile infatti che la ripresa sia stata effettuata prima della conclusione dei restauri che interessarono l'edificio; dal contesto è possibile determinare che il sarcofago si trovava inserito nell'absidiola ancora voltato con il fronte posteriore verso la navata (si noti inoltre i supporti precari che sorreggono l’arca). E' noto infatti dallo stesso Faccioli che: "La chiesa […] poté essere ridonata al culto nella prima domenica di giugno dell'anno 1894. Furono in questa circostanza orientati secondo la disposizione originaria i due antichissimi sarcofagi dei martiri Vitale ed Agricola, esistenti entro le due absidi delle navi minori" (1898, pp. 6-7, vedi BIB). La prima arca sepolcrale menzionata si conserva tuttora nell'abside sinistra, anch'essa con fronte principale rivolto verso l'aula. Se il termine ante quem della ripresa è precisabile con esattezza, non altrettanto definibile è il post quem; l'immagine, certamente realizzata dopo l'avvio dei lavori di restauro (1876 ca.), potrebbe infatti rivelarsi precedente all'istituzione dell'Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti dell'Emilia (1891), diretto dallo stesso Faccioli, in ragione del fatto che sono stati rintracciati all'interno dell'archivio fotografico diversi positivi certamente anteriori alla creazione dell'ente (esempio: la veduta della facciata orientale del Santo Sepolcro, inventario P_000327, scheda relativa NCT 0800265545). L'interno della chiesa fu restaurato nel corso del citato intervento promosso dal conte Giovanni Gozzadini: al progetto risalente al 1874, seguirono i lavori di rimozione dell'intonaco, di apertura delle monofore absidali (1876-1877), di cerchiatura delle colonne, di smantellamento delle sovrastrutture lignee che obliteravano l'antico altare maggiore (risistemato su colonnine nel 1894)
- TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800265526
- NUMERO D'INVENTARIO P_000308
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna Modena e Reggio Emilia
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0