organo da muro

Cannobio, 1714 - 1714

Mobile contenitore in legno dipinto articolato in otto fornici ad apertura superiore plurilobata, di cui due alti ai lati, due centrali sormontati (di cui quello superiore privo attualmente di canne), due piccoli in basso sormontati da due organetti morti. Le paraste laterali come anche la trabeazione sono arricchite da floride decorazioni dipinte policrome a motivi floreali di gusto barocco-rococò. Sopra la cassa, ai lati, ampie volute rampanti verso l'esterno con dipinte decorazioni architettoniche e floreali analoghe alle precedenti e sul frontone sopra la tastiera fastigio dipinto. Fregi lignei a sviluppo orizzontale applicati sui sostegni delle canne di prospetto. Parapetto della cantoria a linea mista con dipinti festoni ornamentali, trofei, cascami floreali e al centro scena dell'Annunciazione (colore azzurro) e iscrizione "SOC. ROME". Evidente continuità stilistica tra cassa e cantoria

  • OGGETTO organo da muro
  • MISURE Profondità: 105 cm
    Altezza: 440 cm
    Larghezza: 250 cm
  • SOGGETTO Annunciazione
  • CLASSIFICAZIONE da muro
  • LOCALIZZAZIONE Madonna di Loreto
  • INDIRIZZO Cannobio (VB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Interessantissimo strumento del primo '700 pervenutoci in condizioni di pressoché perfetta integrità storica. Anche per la parte fonico-strutturale, nonostante la situazione di abbandono in cui l'opera è stata lasciata per almeno l'ultimo quarantennio, risulta perfettamente conservata; questo elemento risulta poi particolarmente significativo se si considera l'antica data di costruzione (1714) che pone l'oggetto in esame tra i più antichi in assoluto della provincia. Ulteriore elemento di interesse è rappresentato dalla partizione volumetrica dell'organo che a differenza dei rimanenti reperti settecenteschi pervenutici (soprattutto organi processionali oppure positivi) si distingue per le ben più ampie proporzioni. Come attestato dall'iscrizione posta al centro della segreta, lo strumento è opera di Giovanni Binago e Giuseppe Tra…? Giovanni Paolo Binago fu importante organaro nella Milano di inizio '700. Nel 1729 appose la propria candidatura per la manutenzione degli organi del Duomo, dando come referenze un elenco di trenta nuovi organi, inclusa l'opera in esame, costruiti sino ad allora; da questo si può dedurre che l'organo di Traffiume sia stato uno dei suoi primissimi lavori. Non è noto invece alcun organaro milanese dell'epoca che risponda alle iniziali TRA… La conclusione che se ne può trarre è che si sia trattato di un socio con il quale il Binago avviò la bottega, per poi proseguire in proprio. Una seconda iscrizione rilevabile sul frontalino posto sopra alla tastiera ci informaq di un intervento presumibilmente di pulitura avvenuto alcuni decenni dopo la costruzione: "Giambatta Pelanda di Zornasco Ristaurò dell'Anno J764. Tracce di uno o più interventi ottocenteschi sono leggibili sullo strumento, tra cui un parziale rifacimento del sistema di azionamento dei mantici (con ruota ad asse a collo d'oca - originariamente a leva, di cui rimangono ancora alcuni elementi) e del quadro dei registri, relativa meccanica e tiratutti del ripieno; questo secondo intervento è stimabile attorno agli inizi del XIX secolo (fattura delle manette), mentre originariamente le feritoie dei registri erano ricavate direttamente nella cassa dell'organo. I cartellini dei registri a stampa applicati nell'ottocento ricalcano la composizione fonica originale nonostante le discrepanze di definizione; a lato del quadro registri sono peraltro presenti frammenti dei cartellini originali. L'unico cartellino originale che non trova riscontro con l'attuale quadro fonico o con le file di canne sul somiere è un non meglio identificato "(R)egistro de C(….)". Le ipotesi che si possono fare a questo proposito sono le seguenti: "Registro de Contrabbasso", presupponendo un inserimento di tale registro, attualmente costantemente inserito, che non troverebbe però riscontro sul somierino relativo, con tutta probabilità originale; "Registro de Cornamusa", ossia l'inserimento di una canna ad ancia a suono fisso che troverebbe riscontro con la predisposizione per un'unica canna (attualmente in legno a tronco di piramide, probabilmente non originale, azionata dall'ultimo tasto della pedaliera) rilevabili sullo stesso somierino di pedale; "Registro de Concerto" che non trova però corrispondenza né sul somiere, né sulla meccanica. Altro elemento interessante è la segnatura delle canne, che trova riscontro con la numerazione indicata sul telaio del crivello. Il costruttore considera le prime tre note del manuale come Do1=C, Re1=D, Mi1=E, proseguendo dal Fa in poi con una regolare numerazione: Fa1=1, Sol1=2, ecc. impostando idealmente lo strumento su base tonale di 6 piedi. Delle 405 canne costituenti la fonica dell'organo, alcune (4-5) risultano mancanti, altrettante non originali, mentre le rimanenti sembrerebbero tutte della stesa mano. Dei tre fornici di canne posti sull'ordine superiore, quello centrale risulta attualmente vuoto (presenti i fori per l'inserimento di 6 canne, quantunque essi risultino spostati rispetto l'asse centrale) mentre i due laterali contengono 3+3 semi-canne in banda stagnata (latta), cioè solamente la parte a vista della canna senza schiacciatura dei labbri
  • TIPOLOGIA SCHEDA Strumenti musicali-Organo
  • ISCRIZIONE LAUDATE DEVM IN CORDIS E ORGANO
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100054224
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1714 - 1714

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'