strumento dei passaggi

1923 - 1924

È l'unico strumento della Bamberg giunto a Brera in conto riparazioni danni di guerra, anche se non è stato l'unico richiesto dal direttore dell'Osservatorio, Emilio Bianchi (1875-1941). Il 22 dicembre 1922, infatti, la Commissione delle Riparazioni a Parigi aveva approvato l'ordinazione alla fabbrica tedesca di quattro strumenti: - cerchio meridiano (costo: 26000 marchi oro) - astrospettrografo Asp 5 (costo: 21600 marchi oro) - strumento dei passaggi AP 55 (costo: 4000 marchi oro) - sedia da osservazione A 1007 (costo: 1530 marchi oro) Il totale di 53130 marchi oro (da cui sono escluse le spese di trasporto, circa 6350 marchi oro) era più di un quinto del totale delle ordinazioni fatte alla Bamberg - la cui fondazione si deve, nel 1871, a Carl Bamberg (1847-1892) - da tutta Italia: a questa casa costruttrice si erano rivolti, oltre a quello di Brera, gli osservatori del Collegio Romano, di Arcetri (Firenze), di Padova e i gabinetti di geodesia delle Università di Pisa, Torino, Padova, Genova. La sospensione delle forniture in conto riparazioni danni di guerra aveva però bloccato l'invio di quasi tutti gli strumenti. Alla fine giunse nel 1924 a Merate il solo strumento dei passaggi che venne posto in un apposito padiglione; nel 1957 fu trasferito a Brera e impiegato per i lavori dell'Anno Geofisico Internazionale. Con la Bamberg il direttore di Brera trattò anche l'acquisto di un telescopio riflettore di 1 m di apertura. Il prezzo piuttosto elevato e le difficoltà degli ordini precedenti bloccarono l'accordo. L'Osservatorio riuscì comunque ad acquistare un riflettore di quelle dimensioni dalla Zeiss che lo consegnò nel 1926, sempre in conto riparazioni di guerra (si veda relativa scheda). Lo strumento è formato da un telescopio che può ruotare attorno ad un asse orizzontale; quest'ultimo non taglia a metà il telescopio e l'oculare non si trova allineato con l'obbiettivo: la luce che attraversa l'obbiettivo viene riflessa, all'intersezione fra il telescopio e l'asse, lungo una metà dell'asse, alla cui estremità si trova l'oculare. Questo tipo di montatura (detta a cannocchiale spezzato) è comoda perché l'occhio dell'osservatore rimane sempre allo stesso livello, indipendentemente dall'altezza della stella osservata; inoltre rende più compatto lo strumento perché permette di accorciare i sostegni dell'asse pur consentendo il movimento del telescopio lungo tutto il meridiano celeste. Questa disposizione era stata ideata dal barone Franz Xaver von Zach (1754-1832) che nel 1811 l'aveva proposta a Georg Friederich Reichenbach (1771-1826) per la realizzazione. Il primo modello fu spedito a Zach nel 1815, quando questi si trovava a Napoli; poco dopo anche Barnaba Oriani (1752-1832) acquistò uno strumento analogo. L'asse, formato da due tronchi di cono, appoggia su due sostegni verticali a forma di A che costituiscono un pezzo unico con una base rettangolare. Questa appoggia per mezzo di tre perni su una base triangolare. Due dei perni, quelli lungo il lato corto del triangolo di base, terminano su due lastrine che, regolate con viti, possono scorrere lungo una scanalatura della base: in questo modo l'intera struttura dei sostegni può essere ruotata orizzontalmente attorno al terzo perno, così da orientare correttamente l'asse orizzontale. (continua nella scheda catalografica completa in allegato)

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