figura femminile

piatto, ca 1929 - ca 1930

Piatto tondo in terraglia smaltata azzurro berrettino, con piede d'appoggio ad anello svasato e profilato, breve tesa liscia, orlo arrotondato e ampio cavetto. La decorazione policroma a gran fuoco, su fondo realizzato con pennellate orizzontali di un blu molto acceso, vede, in primo piano, una figura femminile a mezzo busto con, in equilibrio sul capo, un cesto di frutta; ai lati, due delfini. La donna, dall'incarnato roseo, indossa una veste verde quadrettata in bruno con chiaroscuro giallo. I due delfini, contornati in nero, sono di colore verde con ombreggiature azzurre. L'orlo del piatto è filettato in giallo. Sulla base del piede è visibile la firma dell'autore "1046/GC POLIDORI/MATRICARDI/ASCOLI PICENO".

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO piatto
  • MATERIA E TECNICA terraglia
  • ATTRIBUZIONI Polidori, Gian Carlo (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piatto è stato realizzato ad Ascoli Piceno, nel 1930, da Gian Carlo Polidori con manifattura Matricardi. Gian Carlo Polidori si accosta alla ceramica sin da giovane esercitandosi nella fabbrica pesarese Moraloni. Studia pittura all'Accademia di Urbino e Brera, poi, alla Scuola d'Arti e Mestieri del Castello Sforzesco a Milano e a Faenza. Nel 1921 diventa direttore artistico della Bottega del Vasaio di Gaetano Dolcetti a Venezia e, nel 1925, della fabbrica di maioliche di Giuseppe Matricardi ad Ascoli Piceno. Nella sua produzione artistica predilige le piastrelle e i grandi pannelli, destinate a ville di riviera e a case di moderna costruzione dell'ascolano, altresì, non mancano i piatti di grandi dimensioni come quello qui in esame. L'esemplare analizzato mostra, nella forma, un evidente lascito della cultura classica tanto pittorica quanto ceramica; il tratto, si rifà agli studi di pittura rinascimentale; il blu del fondo e l'orlo giallo, rimandano, invece, alla tradizione maiolica di Casteldurante. Il tema scelto, caro all'artista, s'inserisce in quella parte di produzione che predilige le figure popolari e semplici della provincia ascolana. Il piatto fa probabilmente parte di quelle ceramiche portate a Roma nel 1926 in occasione della "Mostra degli Amatori e dei Cultori", dove furono esposti altri esemplari con figure di donne rustiche portatrici di cesti. Certa è la sua esposizione alla IV Triennale milanese dove venne scelto per entrare nelle civiche raccolte.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ UNIMI
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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