Sant'Agostino abbatte l'eresia
Il dipinto è stato eseguito su una tela rettangolare a spina di pesce formata da due pezze unite orizzontalmente a circa 40 cm dal basso e fissata sul telaio originale in legno di pioppo. Quest’ultimo è formato da quattro aste a sezione quadrata, unite agli angoli con un semplice incastro a tenone e mortasa, e da un sottile traverso orizzontale. Al centro della tela è raffigurato Sant’Agostino di Ippona in piedi a figura intera nell’atto di sottomettere tre figure maschili ai suoi piedi. Il Santo è intento a scrivere sulla pagina bianca di un volume, mentre nell'altra mano tiene il Cuore fiammato. Alla sua destra avanza in volo un angioletto con mitria e corona d'alloro, mentre sull’estrema destra della composizione compare il pastorale. La scena si svolge in un interno ammobiliato.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Mantovano
- LUOGO DI CONSERVAZIONE MAST Castel Goffredo - museo della Città
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Antica Prevostura
- INDIRIZZO Via Andrea Botturi, 3, Castel Goffredo (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Fino al trasferimento negli spazi museali nel 2017, la tela era depositata nel solaio della prepositurale di Sant’Erasmo e ad oggi non ne è nota la provenienza. La raffigurazione ha una grande forza persuasiva e simbolica con Agostino abbigliato con il saio nero dei frati agostiniani e lo sguardo rivolto verso l’osservatore, mentre si erge sopra tre uomini caduti ai suoi piedi che rappresentano gli eretici. Nella mano sinistra tiene il Cuore fiammato simbolo del suo fervore religioso mentre con la destra scrive su un libro aperto, segno della sua volontà di dischiudere al popolo la verità delle Sacre Scritture. Il soggetto è strettamente legato alla storia di Castel Goffredo della metà del XVI secolo. È infatti datata al 1550 una lettera indirizzata dal cardinale Ercole Gonzaga al fratello Ferrante, governatore di Milano, in cui si legge “Castelgifredo è fatto quasi tutto luterano” (la lettera è conservata presso l’Archivio di Stato di Mantova). È noto che in seguito ai fermenti riformistici che interessano la Cristianità già dal XV secolo, nel 1517, il frate agostiniano Martin Lutero diede voce allo scandalo legato alla vendita delle indulgenze dopo aver compiuto un viaggio a Roma. Secondo alcuni storici durante il percorso si fermò presso il convento agostiniano dell’Annunciata, sul confine tra Castel Goffredo e Medole, all’epoca punto di riferimento della comunità. La raffigurazione rimanderebbe quindi al ritorno della comunità nell’ambito dell’ortodossia cattolica. Stilisticamente il dipinto è ascrivibile all’ambito mantovano e databile al quarto decennio dei XVII secolo. Particolarmente significativo risulta il confronto con la tela dedicata al medesimo soggetto attribuita a Giovanni Lanfranco e databile al 1636-39 conservata nella cappella di Sant’Agostino della chiesa omonima a Roma (rione Campo Marzio).\n\n
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE S23
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0