Febbraio
Il mese di Febbraio è caratterizzato dal segno zodiacale dei Pesci, raffigurato in alto a destra; La personificazione del mese è un uomo anziano e barbuto, che sta ritto su un piedistallo marmoreo. Febbraio versa dell'acqua da una brocca e indica con la mano destra il sole. La scena è ambientata in una sala architravata, chiusa in alto da un fregio all'antica con decorazioni. A sinistra vi è un uomo seduto che è impegnato a praticare solchi in un lungo tronco. Altri uomini, sulla sinistra, hanno in mano delle gigantesche fiaccole. Sulla parte destra della scena vi sono per terra due fiaccole che bruciano. Nei pressi dell'ara vi sono tre uomini seminudi che sembrano essere intenti a guardare qualcosa a terra. Sull'estrema destra vi è un gruppo di personaggi, alcuni dei quali sono abbigliati in maniera curiosa (un personaggio indossa una maschera traforata), altri seminudi. Su un pilastro a destra si legge la firma del tessitore e il luogo di esecuzione delle opere. La sala si apre su un paesaggio dove si scorgono montagne innevate, alberi spogli e un castello. Su una piccola targa, vicino al bordo inferiore dell'arazzo, vi è l'iscrizione descrittiva del mese.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO arazzo
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MATERIA E TECNICA
lana/ lavorazione a telaio
seta
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ATTRIBUZIONI
Benedetto Da Milano; Bramantino [per Suardi, Bartolomeo] (notizie Sec. Xvi; 1465-1530 Ca.)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
- LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
- INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il segno zodiacale dei pesci dimostra che quello raffigrato è il mese di Febbraio, nonostante l'iscrizione descrittiva del mese faccia riferimento a "Gennaio". L'errore è probabilmente dovuto ad un fraintendimento dell'arazziere o di un antico restauratore (Agosti, Stoppa). La personificazione non è identificabile con l'Acquario, bensì con un'allegoria della Pioggia o dell'Umidità, nata a sua volta come allegoria dell'Inverno, presente nell'illustrazione del Mese in un calendario figurato del IX secolo, il Martirologio di Wandalbert de Prum, conservato nella Biblioteca Vaticana (Forti Grazzini). Per quanto riguarda la scelta iconografica operata da Bramantino, l'allusione alla feste Lupercali, descritte da Ovidio (Fasti, II, 283-348), giustificherebbe i corpi nudi e le torce ma non l'intera scena. E' probabile che l'artista abbia fatto riferimento a riti purificatori che gli antichi Romani celebravano nel mese di Febbraio, in onore della dea eponima, Februa. Queste feste sono raffigurate anche in un arazzo fiammingo con Febbraio risalente al 1520 e conservato alla Galleria Doria Pamphili. Forse l'allusione al mito antico dipende dalla volontà dell'autore di richiamare al periodo quaresimale che segue il Carnevale. Febbraio sarebbe una sorta di ponte purificatorio fra l'inverno e la rinascita primaverile (Forti Grazzini). Al tema della purificazione (anche battesimale) fanno riferimento i corpi spogliati di alcune figure e l'acqua che viene versata dalla personificazione del mese. Le tre figure mascherate nella parte destra dell'arazzo, sono partecipanti della festa carnevalesca, illustrato nell'arazzo attiguo. La serie doveva essere esposta in senso antiorario, con la parte destra del Febbraio a contatto con Gennaio. Il nudo a sinistra è vestito con un abito amaranto e porta tra i capelli una fascetta dello stesso colore: sono i simboli del "vincitore ascetico", figura allegorica, presente anche in Signorelli e Michelangelo (Eisler). Le positure dei nudi sono armoniose e sembrano lontane dalla maniera ferrarese e maggiormente legnosa. Lo stesso stacco stilistico è visibile tra la figura femminile all'estrema destra dell'arazzo e la figura maschile che compare nel disegno "Ercole e il toro cretese" conservato a Bayonne (già ritenuto di Bramante).
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2015||2021
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0