Arti liberali

arazzo, ca.||ca. 1665||1675 - ca.||ca. 1670||1675

Serie di arazzi rappresentano le cinque arti liberali. Il sesto arazzo raffigura l'intero gruppo delle Sette Arti Liberali. In tutti e sei i pezzi ricorrono le medesime cornici: ai due lati vi sono due colonne con basi e capitelli dorati; il fusto è formato da tre tubi metallici di colore verde intrecciati tra di loro e allacciati da corone di fiori (anemoni, rose, garofani, e tulipani) e frutti. Le basi e i capitelli delle colonne sono decorati con teste di angioletti alati. Nel bordo inferiore invece tre teste di angioletti chiudono, alle estremità e al centro, due festoni di foglie e frutti. Nel lato superiore vi sono due testine di angelo e un festone che fiancheggiano il fastigio centrale che presenta le didascalia relativa alla scena raffigurata in ciascun arazzo.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO arazzo
  • MATERIA E TECNICA lana/ lavorazione a telaio
    seta
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Fiamminga
  • ATTRIBUZIONI Shut, Cornelius (1597-1655)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli arazzi facevano parte della Collezione Sormani, che tuttavia comprendeva l'intera serie, fatta da nove arazzi: l'intera serie comprendeva infatti anche gli arazzi con la Geometria, l'Astrologia e Le Conseguenze della Guerra. Questi tre arazzi non furono acquistati dalle Civiche Raccolte. Nel 1859 gli arazzi erano già a Milano, nella Collezione Andreani. Essi furono esposti all'Arco della Pace per l'ingresso in città di Vittorio Emanuele II e Napoleone III. I nove arazzi furono inoltre esposti all'Esposizione d'Arte Industriale di Milano nel 1874. Nel secondo Ottocento gli arazzi giunsero alla famiglia Sormani che era solita appendere gli arazzi all'esterno del palazzo, all'angolo tra via Sforza e Corso di Porta Vittoria (l'esposizione è attestata da un dipinto firmato da Magistretti e datato al 1880). Poichè l'arazzo con le Conseguenze delle guerra è una copia, con qualche variante, di una celebre tela di Rubens, la serie delle Arti Liberali fu completamente attribuita in un primo momento a cartoni di Rubens (Wauters, Muntz, Cima, Arrigoni). Alcuni studiosi attribuirono i prototipi figurativi al pittore e incisore di Anversa Cornelius Shut. Il tema delle Arti liberali, largamente impiegato e studiato in particolare dal Medioevo all'epoca barocca, deve la sua canonica formulazione al poema allegorico De Nuptiis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella (V sec. d.C.). Il tema si può incontrare spesso negli arazzi dal XV sec al XVIII secolo. Nel corso del XVII secolo i cartoni di Shut furono replicati numerose volte per cicli di arazzi. E' stata scoperta un fase italiana del pittore Shut anteriore all'apprendimento dei modi rubensiani, testimoniata anche da affreschi a Frascati, Casino Pescatore e da varie tele. Nel 1628 Cornelius Shut è segnalato a Firenze dove fornì cartoni per l'arazzeria medicea. Gli arazzi del Castello Sforzesco costituiscono una copia in dimensioni maggiori (e in controparte) di una serie di otto incisioni firmate dall'artista e raffiguranti appunto le Sette Arti Liberali e le Sette Arti Liberali riunite. Ogni singolo arazzo presenta qualche modifica rispetto alla corrispondente incisione. Ciascun arazzo presenta una raffigurazione in cui l'elemento allegorico e quello narrativo si mescolano e non sempre sono separabili. Come già detto la serie milanese degli arazzi (sei pezzi) era completata da altri tre. L'aggiunta del tema relativo alle Conseguenze della guerra non è presente in nessuna delle repliche note. L'ampliamento quindi fu probabilmente dovuto ad una richiesta del committente. Vi sono diversi gruppi di arazzi i cui bordi presentano elementi figurativi tipici dello Shut. Ciò permette di stabilire che il pittore diede non solo modelli per le tematiche degli arazzi, tramite le sue incisioni, ma partecipò alla preparazione degli stessi cartoni (o almeno a parte di essi). L'anno di morte dell'artista, il 1655, presenterebbe un termine "ante quem" per l'esecuzione dei cartoni. Tuttavia non è possibile indicare con precisione la datazione degli arazzi milanesi. Nel panno delle Sette Arti Liberali riunite compare un libro tenuto aperto da un fanciullo sulla destra una data "1666" e un nome "Carlos Janssenius". Non si capisce esattamente a cosa facciano riferimento questi elementi anche se sicuramente sono dati importanti. Probabilmente Janssenius fu il committente (o anche l'arazziere) e la data indicherebbe l'anno di commissione o di fine esecuzione degli arazzi. Quindi la datazione della serie dovrebbe aggirarsi attorno all'anno 1666.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2015||2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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