Ariberto da Intimiano offre il modello della basilica
dipinto,
- ante 1007
L'ultima porzione di affreschi a sud dell'emiciclo absidale, databile entro il 1007 come il resto del ciclo, mostra la figura di Ariberto da Intimiano, committente dell'edificio, indicato in origine da leggende oggi perdute. Egli appare stante e di tre quarti con gli abiti tipici di suddiacono, tunica verde, dalmatica gialla, calzari rossi e rivolto verso il Cristo in maestà nel semicatino dell'abside, offerente il modello architettonico della basilica.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Basilica di S. Vincenzo
- INDIRIZZO Via San Vincenzo, Cantù (CO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sul colle di Galliano, nei pressi di Cantù (CO), sorge la basilica di San Vincenzo. L'attuale edificio, costruito su un complesso del V secolo, è stato commissionato entro il 1007 da Ariberto da Intimiano (960/970-1045), allora custos del sito e suddiacono della Cattedrale milanese, come indicato da un'iscrizione dedicatoria murata nel perimetrale nord. Al tempo della fondazione risalgono le pitture dell'emiciclo absidale che terminano a sud con la figura del committente nell'atto di offrire idealmente a Cristo, posto nel semicatino dell'abside, il modello architettonico della basilica. Questo dettaglio, un tempo indicato da un'iscrizione, permette di comprendere meglio la sistemazione originaria dell'edificio, grazie alla riproduzione del campanile e del portico antistante l'ingresso. La parte superiore del dipinto mostra un aspetto di maggiore integrità rispetto alla zona bassa a causa dello strappo effettuato nel 1839 che ha consentito la sua protezione presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano sino al 1988, anno della ricollocazione in occasione della campagna di restauri. Il buono stato di conservazione permette di cogliere molti dettagli formali e stilistici che denotano l'ampio utilizzo di una tecnica mista e di apprezzare uno dei più alti esiti dell'intero ciclo: la monumentalità della posa e l'espressività del volto denunciano la conoscenza dei coevi fermenti artistici del mondo occidentale da parte di maestranze permeate da una tradizione classica. Sebbene le iscrizioni dipinte siano andate perdute, sono ancora osservabili alcuni graffiti obituari inerenti ad Ariberto e a tre parenti dello stesso.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0