Sant'Antipa. Sant'Antipa

icona, sec. XIX secondo quarto

L'icona raffigura Antipa, a mezzo busto e in posizione frontale, rivestito dai paramenti liturgici vescovili. La mano destra è benedicente alla maniera ortodossa e la sinistra regge il Vangelo chiuso.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA argento sbalzato e cesellato
    tempera all'uovo su tavola
  • AMBITO CULTURALE Scuola Russa Di Mstera
  • ATTRIBUZIONI Lukich Dubrovin, Nikolai; Afanayev, Ephraim (; Attr.)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Antipa di Pergamo (... - Pergamo, 92) sarebbe stato, secondo una tradizione consolidata, il primo o il secondo vescovo della comunità cristiana di Pergamo e uno dei primi cristiani a subire il martirio a causa della fede. Antipa è menzionato nel Libro dell'Apocalisse (Ap 2,13), da Giovanni evangelista, il quale lo ricorda come un "fedele testimone, che fu ucciso tra voi, dove abita Satana". Dal contesto è possibile intuire che Antipa sia stato martirizzato a Pergamo, in Asia Minore, probabilmente al tempo delle persecuzioni dell'imperatore Nerone (54-68). La "passio" tramandata ricalca lo schema tipico agiografico: Antipa, vescovo della comunità cristiana di Pergamo, in età avanzata, fu arrestato in seguito ad una sommossa popolare; condotto dinnanzi al tribunale del prefetto della città, fu interrogato e come di consueto esortato a sacrificare agli dei, secondo gli ordini imperiali; per il suo rifiuto venne trascinato al tempio di Diana e rinchiuso in un toro di bronzo arroventato. Il suo culto è antichissimo in Oriente; l'iconografia lo raffigura quale vescovo. La nostra icona, della Scuola iconografica russa di Mstera, risale al secondo quarto del XIX secolo. "Scritta" su tavola intera ed incavata, a tempera all'uovo, raffigura Antipa, a mezzo busto e in posizione frontale, rivestito dai paramenti liturgici vescovili. Il sakkos, lumeggiato da finissimo assist in foglia d'oro, lo ricopre completamente e, a sua volta, è in parte coperto dall'omophorion verde, ricamato con due grandi croci, che pende sul petto. La mano destra è benedicente alla maniera ortodossa e la sinistra, ricoperta da un lembo dell'omophorion, regge il Vangelo chiuso, con coperta impreziosita da assist d'oro. Il volto, aureolato dal nimbo in foglia d'oro (simbolo della gloria di Dio in cui il santo è già immerso), è l'elemento focale, in quanto luogo della presenza dello Spirito divino. Lunghi capelli ricadono simmetricamente intorno al viso, inanellandosi sulle spalle; la lunga barba ricadente sul petto e i lunghi baffi racchiudono la bocca chiusa nel silenzio della contemplazione. Tutta l'attenzione è concentrata sullo sguardo che si irradia verso lo spettatore: i grandi occhi spalancati, circondati da profonde palpebre e occhiaie, si impongono per la loro forza e intensità, ma anche per la loro dolcezza. Tutto il viso, sulle gote, sulla fronte, mostra rughe profonde, tracce del digiuno e delle veglie in preghiera. L'icona del santo non vuol rappresentare semplicemente un istante della sua vita, ma sintetizzare la sua esperienza di ascesi e di fede, le caratteristiche del suo cammino storico di santità. Arricchisce l'icona l'Oklad in argento sbalzato e cesellato, con punzoni di Mosca, 1834,N·D, Nikolai Lukich Dubrovin, maestro di saggio attivo a Mosca dal 1822 al 1855; argentiere E·A Ephraim Afanayev (?) attivo a Kalouga dal 1852 al 1858.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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