Pietà con san Giovanni di Dio, santa Teresa d'Avila e angeli
dipinto,
post 1715 - ante 1715
Tortelli Giuseppe (1662/ 1738)
1662/ 1738
Nella parte alta del quadro, a sinistra, la Madonna piange Cristo, il cui corpo esanime è appoggiato alle nuvole ed alle sue ginocchia; dietro di lei un angelo sorregge la croce; nella parte inferiore del quadro, rispettivamente a sinistra e a destra, vi sono san Giovanni di Dio e santa Teresa d'Avila raffigurati inginocchiati, in contemplazione ed in preghiera; accanto a santa Teresa si vede un angioletto che sorregge un giglio bianco.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
OLIO SU TELA
-
ATTRIBUZIONI
Tortelli Giuseppe (1662/ 1738)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi. Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi
- LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela fu realizzata da Giuseppe Tortelli per la cappella dell'Ospedale di Chiari nel 1715; per volontà dell'Amministrazione dell'Ospedale l'opera venne trasferita in Pinacoteca Repossi all'inizio del sec. XX (sicuramente dopo il 1902 perchè nell'inventario dei beni della Pinacoteca compilato in quell'anno tale quadro non è citato, mentre è presente in quello del 1918). Articolata secondo uno schema macchinoso e teatrale su due registri dove, in quello superiore campeggia la figura languida del Cristo morto posto sulle ginocchia della Vergine e adorato da alcuni angeli, mentre in quello inferiore i santi Giovanni di Dio e Teresa d'Avila assistono in adorazione, la grande pala si riconnette all'attività matura dell'artista ben documentata anche da dipinti ancora conservati nelle chiese di Brescia. Qui, come nelle tele degli anni successivi, la pittura del Tortelli ha abbandonato il monumentalismo compatto dei tenebrosi veneziani per assumere toni più sfumati e accensioni cromatiche che, insieme alla robusta, seppure disarticolata solennità delle figure, ricorda per il suo tono frammisto di suggestioni lagunari e di dinamismi classicisti di matrice romana, prossimi anche al fare divergente del Conca, l'opera di Sebastiano Ricci, intravedibile anche nella consuetudine di alcune fisionomie di angeli dai tratti somatici caricati e dal baluginare quasi fosforescente delle atmosfere. All'arte del Tortelli di quegli anni rimanda soprattutto - oltre allo schiarimento generale della tavolozza - un senso di maggiore mobilità delle figure, specie nella parte alta della tela, e il trattamento cartaceo e frastagliato delle vesti degli angeli che, invece, nelle figure terrene dei due santi assumono un peso quasi metallico e una tornitura prossima ai risultati delle opere di qualche anno precedenti. Tali sperimentazioni di un luminismo accentuato e atmosferico, con quelle accensioni sulfuree che infiammano panneggi e incarnati, già sperimentate nelle tele contemporanee raffiguranti Rebecca al pozzo e la Maddalena in casa del fariseo, oggi nella chiesa bresciana di San Giovanni evangelista, saranno tipiche della produzione degli anni successivi dell'artista, come ad esempio nella tarda e mirabile Trinità della chiesa di San Francesco d'Assisi a Brescia o nel minuscolo, preziosissimo ovato raffigurante San Matteo e l'angelo della cittadina chiesa di Santa Maria della Carità.
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0