Stemma

saliera, ca. 1570 - ca. 1630

Saliera in maiolica bianca 'alla faentina' formata da due piani collegati agli angoli esterni da quattro putti. Due sorreggono lo scudo araldico policromo con l'arma della famiglia Ghislieri di Pavia. Il piano superiore al centro è concavo per contenere il sale.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO saliera
  • MATERIA E TECNICA MAIOLICA
  • AMBITO CULTURALE Produzione Pavese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici di Pavia
  • LOCALIZZAZIONE Castello Visconteo
  • INDIRIZZO Viale XI febbraio, 35, Pavia (PV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Camillo Brambilla, nel suo studio 'Antonio Maria Cuzio e la ceramica in Pavia' (1889), scrive, a proposito della fornace Guangiroli (già Rampini in Borgo Ticino): 'si tenevano forme appositamente allestite per alcune distinte famiglie con stemmi a rilievo, come ad esempio pei marchesi Ghislieri, e pel Collegio che ne porta il nome, pei quali come per altri signori o corporazioni gli stemmi furono anche semplicemente tracciati coi loro diversi colori'. Non solo la decorazione in 'stile compendiario', ma anche la forma della saliera 'Ghislieri' è molto simile ad esemplari analoghi faentini. A Pavia è documenta la presenza di maestranze faentine che importano in città (fine XVI - inizi XVII secolo) il nuovo e rivoluzionario stile compendiario inventato dai ceramisti di Faenza (nuova attenzione alle forme che imitano i più sontuosi argenti e la messa a punto di un candido e cremoso smalto bianco con stagno come opacizzante). Inoltre i documenti d'archivio trovano conferma nei numerosi cocci e scarti di fornace di maiolica 'alla faentina' ritrovati durante gli scavi di archeologia urbana (di cui il più ricco ed importante è lo scavo per il collettore fognario del 1976 sul Lungoticino). A Pavia si producono soprattutto 'bianchi' araldici. Nel 1568 troviamo documentato a Pavia un Tomaso de Faencia (A.S.C.Pv., a.c. 24); nel 1592 Giulio Favintino, mercante e proprietario di fornace a Lodi insieme al fratello Matteo Cavallari, protesta perché non gli viene permesso di vendere la propria mercanzia al mercato di Pavia (A.S.C.Pv., a.c. 471); nel 1609 Antonio Dusi, bergamasco ma residente a Lodi, marito di Taddea Cavallari, chiede un privilegio decennale per introdurre in città la fabbrica della maiolica 'faencia'.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 300659146
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Musei Civici di Pavia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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