Madonna con Bambino e i santi Faustino e Giovita

dipinto, post 1616 - ante 1616

In primo piano in basso si vedono i due santi posti alle estremità della tela; sono vestiti da soldati romani e tengono in mano la palma del martirio e lo stendardo; in alto al cenro si trova la Madonna con il Bambino; in profondità, è raffigurata la scena del martirio dei due santi che si svolge con il castello di Brescia sullo sfondo.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA OLIO SU TELA
  • ATTRIBUZIONI Giugno Francesco (1577/ 1621)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi. Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela era in origine la pala dell'altare maggiore della parrocchiale di Chiari, sostituita nel 1845 dall'attuale, dipinta da Francesco Podesti. Trasportata dapprima nella chiesa clarense di San Bernardino, nel luglio del 1916, secondo la testimonianza di Luigi Rivetti, fu riportata nella parrocchiale dopo essere stata pulita dal pittore Giuseppe Riva. Probabilmente durante i lavori di restauro della chiesa, in occasione del Congresso Eucaristico interparrocchiale del 1938 e per i buoni uffici dell'allora bibliotecario della Morcelliana, Pietro Giuseppe Lancini, la tela passò alla Pinacoteca Repossi con attribuzione a ignoto, sebbene già il Rivetti nel 1920 avesse indicato con esattezza il nome dell'autore, Francesco Giugno, e la data di esecuzione, 1616, senza però recensire da quale fonte avesse desunto queste notizie. La critica successiva ha comunque accettato l'attribuzione al Giugno e la datazione proposta dal Rivetti ad eccezione di Terraroli che riteneva di dover spostare al 1620, in base a criteri stilistici, la data di esecuzione. Più recentemente Fusari ha chiarito le modalità e i tempi di esecuzione della tela, pubblicando i documenti conservati presso l'Archivio della Congregazione di Carità (oggi in deposito alla Biblioteca Morcelliana), nel registro Eredità Gallo. L'opera, infatti, venne commissionata a Francesco Giugno dalla Congregazione di Carità di Chiari in ottemperanza al testamento di don Agostino Gallo che, nel 1612, lasciava mille lire planete alla Comunità di Chiari perché, entro il termine di due anni dalla sua morte, venisse realizzata l'ancona dell'altar maggiore della Collegiata di Chiari "nella quale sia Depinto in meggio l'Assumptione della Gloriosa Vergine Maria, et dalli parti siano messi Santi Faustino, e Jovitta". Per questo, il 17 dicembre 1614, venivano eletti due deputati da parte della Comunità di Chiari al fine di mettere in esecuzione il legato testamentario del Gallo. Fu scelto come scultore e architetto dell'ancona il bresciano Giuseppe Bulgarini e come pittore Francesco Giugno al quale sono certificati pagamenti dal 1 giugno 1616. Il dipinto risente dei fortissimi contatti con la pittura di Palma il Giovane, particolarmente nelle figure degli angeli che fanno corteggio alla figura della Vergine con il Bambino e che ricordano il medesimo soggetto della pala della Madonna del Rosario della parrocchiale di Rovato, opera firmata dal pittore veneziano. Altre affinità stilistiche si possono rintracciare anche con la pala del Palma dipinta per la chiesa veneziana dei Tolentini. Il dipingere ampio, sapido e carnoso di questa tela la rende opera particolarmente interessante nel percorso artistico del bresciano che si produce qui in particolari tonalità argentee e fosforescenze di chiara ascendenza palmesca, ma anche derivate dalla tradizione locale di stampo foppesco-morettesco, mentre manca ogni riferimento alla cultura milanese dei Fiamminghini che avrà molto a influire sull'artista proprio dal 1616 quando questi si troverà a dipingere insieme ai due della Rovere nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Brescia. Il martirio dei due santi che occupa il centro della pala, con lo scorcio naturalistico dello sfondo con la veduta di Brescia e del colle Cidneo sovrastato dalla bianca mole del castello, mostra una vis compositiva e una prontezza nel tratto che appare, in rapporto alle figure della Vergine e dei due santi, più libero e deciso e che permette di apprezzare un Giugno capace di descrizioni mosse e quasi calligrafiche, preziosissime nella sapiente variazione dei particolari.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 300641808
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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