Zuavi sugli spalti di Brescia

dipinto 1859 - 1859

In primo piano, un bivacco con tende e numerosi militari; a destra sventola il tricolore, mentre sullo sfondo si intravedono un edificio in stile neoclassico, una fontana e il paesaggio della pianura oltre gli spalti delle mura cittadine di Brescia.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Inganni, Angelo (1807-1880)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civici Musei d'Arte e Storia Brescia. Collezione Richiedei
  • LOCALIZZAZIONE Monastero di S. Giulia
  • INDIRIZZO Via dei Musei 81, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pochi giorni prima della grande battaglia di Solferino (24 giugno 1859), l'esercito franco-piemontese si concentra a Brescia, provvisorio quartiere generale di Vittorio Emanuele II e di Napoleone III; sugli spalti delle mura cittadine si accampano le truppe della Guardia imperiale insieme ad un reggimento di Zuavi. Quest'ultimo, che militava nell'esercito franco-sardo, viene costituito nel 1830, poco dopo la conquista di Algeri da parte dell'esercito francese, originariamente composto da un solo reggimento di mercenari provenienti in gran parte dalla tribù berbera degli zouaoua. In seguito le truppe indigene furono integrate (1841) nei "tiralleurs algeriéns", detti anche "turcos". La presenza degli eserciti alleati a Brescia è variamente testimoniata, oltre che dalle cronache giornalistiche e dalla memorialistica, dalle illustrazioni pubblicate sulle riviste francesi e da alcuni disegni e dipinti di Angelo Inganni che, in una sorta di reportage per immagini, descrive gli accampamenti degli Zuavi. Tali appunti, presi dal vero e in genere di piccole dimensioni, preludono all'elaborazione della tela maggiore, commissionata dal nobile gussaghese Paolo Richiedei, insieme alla Veduta del giardino con la Santissima sullo sfondo che, similmente datata 1859, comprende espliciti rimandi all'avvenuta annessione di Brescia al Regno sabaudo. Nelle due opere si avverte come il Risorgimento sia cronaca troppo recente per essere motivo di celebrazione. Come accade nelle sue notissime vedute, colte per le strade affollate di Milano e di Brescia, Inganni riserva la stessa obiettività descrittiva sia all'ambientazione (lo scomparso viale del "pubblico passeggio" tra le porte di S. Giovanni e di S. Nazaro con il casinetto neoclassico e la fontana, poi trasferita in piazza del Duomo) che agli Zuavi nelle loro esotiche uniformi coloniali. Al centro della composizione si pongono, quali testimoni diretti, lo stesso Angelo Inganni e la moglie Amanzia, ben riconoscibili dal cilindro e dal parasole, mentre a destra compare una vivandiera nella sua tipica uniforme d'ordinanza. Più in generale, il dipinto rivela una notevole originalità di concezione, dovuta in particolare alla contaminazione di generi pittorici diversi: alla narrazione del "costume moderno" e alla precisione prospettica della veduta si accompagnano infatti l'apertura panoramica e la luminosità proprie di un paesaggio. Grazie alle grandi dimensioni e alla definizione quasi ritrattistica dei volti, la composizione assume una dignità figurativa simile a quella tradizionalmente riservata alla pittura di Storia.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Comunità Montana Valle Trompia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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