pistola di Cominazzo, Lazarino (seconda metà sec. XVII)

pistola, post 1650 - ante 1669

La pistola è completa di bacchetta per la ricarica e presenta una canna a due ordini composta da due sezioni separate da un colletto a linee verticali parallele: la parte iniziale della canna, verso il calcio, è a sezione ottagonale con la superficie a rigature longitudinali parallele, l'altra è a sezione cilindrica con esterno liscio. L'arma monta una piastra in acciaio, non firmata, con acciarino cosiddetto "alla fiorentina", per la forma particolare del cane a collo di cigno e la martellina sostenuta da un lungo braccio arcuato. Elementi decorativi sono le incisioni con motivi vegetali a foglie d'acanto che interessano la superficie della piastra, i fornimenti e la parte terminale del calcio, ornata con un mascherone a sbalzo. Alla controplacca in ottone è avvitato il gancio in acciaio utilizzato per posizionare la pistola nella fonda ricavata sulla sella del cavallo. La canna riporta incisa la firma "Lazarino Cominazzo" alternata a tre punzoni, ognuno dei quali riproduce un trifoglio.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO pistola
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ tornitura
    ottone/ argentatura
    ottone/ incisione con bulini
    acciaio
    ottone/ fusione
  • ATTRIBUZIONI Cominazzo, Lazarino (m. 1669)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Sistema Museale di Valle Trompia
  • LOCALIZZAZIONE Villa Mutti Bernardelli
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 31, Gardone Val Trompia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La pistola è un perfetto esempio della produzione armiera bresciana della seconda metà del Seicento, epoca dominata dalla celebre dinastia dei "Cominazzo", attiva soprattutto a Gardone Val Trompia dal XV al XIX secolo con una produzione legata alle canne per armi da fuoco portatili. Il continuo e ripetuto impiego degli stessi patronimici dei più comuni fra questi (Lazzaro, Lazari, Lazzarino), ha reso fino ad ora assai difficile sia l'attribuzione delle canne conosciute (presenti a centinaia in tutti i musei e le collezioni del mondo), sia un'attendibile differenziazione dei vari membri della famiglia, nonché della loro specifica attività. Va infatti tenuto presente che, a partire dal XVI secolo, l'organizzazione produttiva di Gardone V.T. - centro che, per particolare privilegio conferito dalla Repubblica di Venezia, deteneva il monopolio della fabbricazione delle canne - prevedeva l'opera di diverse categorie di "maestri", tra i quali i "bollitori" (maestri da canne veri e propri). La canna della pistola in esame è da riferire all'esponente più celebre della dinastia valtrumplina, morto nel 1669 e noto soprattutto per avere realizzato le canne delle armi da fuoco donate nel 1639 dalla Repubblica di Venezia al re di Francia Luigi XIII. Resta il fatto che almeno per due secoli, dal Cinquecento al Settecento, "Lazarino Cominazzo" è stato sinonimo di fabbricante di canne di alta qualità, così come attestano i trattatisti contemporanei, e che il termine "canne lazzarine", già impiegato all'inizio del Seicento, si trova falsificato su canne dell'Ottocento. Probabilmente questo tipo di pistola apparteneva alla dotazione individuale ed era quindi utilizzato per la difesa personale. L'arma è stata acquistata dal Comune per il Museo nel 2010 al fine di arricchire la sezione relativa al XVII secolo.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Comunità Montana Valle Trompia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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