Storie di san Giovanni Battista

dipinto, post 1435 - ante 1435

Lo spazio interno del Battistero, di non grandi dimensioni essendo stato ricavato alla base di una torre, è scandito da due vani tra di loro comunicanti: dall'aula quadrata voltata a crociera, senza nervature, si passa a uno spazio di ridotte dimensioni con funzione di presbiterio, coperto da una volta a botte. Escludendo l'esterno dell'edifico, dove ancora si conserva una Annunciazione, all'interno sono presenti diciassette episodi dedicati alla vita di san Giovanni Battista, che coprono per intero le pareti, le volte, i sottarchi; la loro lettura deve avvenire in senso orario, partendo dalla controfacciata: Annuncio a Zaccaria, Visitazione, Nascita, Imposizione del nome, Andata nel deserto, Consegna della pelle di cammello da parte dell'angelo, Predicazione, Incontro con Gesù, Battesimo, Giovanni rimprovera Erode ed Erodiade, Giovanni è imprigionato, Visita dei discepoli al maestro in prigione, Banchetto di Erode, Decapitazione, Consegna della testa a Erodiade, Seppellimento. A ciò si aggiungano i Dottori della Chiesa sull'intradosso dell'arco che collega i due ambienti del Battistero, gli Evangelisti intorno all'Agnello Sacro sulla volta principale e Dio Padre tra Angeli sulla volta a botte del presbiterio.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Masolino Da Panicale; Lorenzo Di Pietro Detto Il Vecchietta (; Attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Museo della Collegiata
  • INDIRIZZO Via Cardinal Branda, Castiglione Olona (VA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Riscoperte dalla critica soltanto nel XIX secolo, le pitture murali che nel Battistero illustrano i fatti della vita di san Giovanni Battista rappresentano uno dei massimi capolavori della pittura quattrocentesca in Lombradia, e allo stesso tempo costituiscono una prova straordinaria dell'attività, avvenuta in questa zona d'Italia, di pittori eredi di una tradizione culturale e artistica assai diversa da quella locale, proveniente dalla toscana. Con la presenza di Masolino e di Vecchietta si concretizza, dunque, l'apertura verso un nuovo modo di intendere la pittura, intessuto sì di elementi tardogotici e di eleganze raffinate (che nel caso del primo derivano dall'educazione avvenuta insieme a Lorenzo Ghiberti), ma anche sostenuto da apertura in senso protorinascimentale ben visibile, per esempio, nell'attenzione al vero e nella descrizione della realtà delle cose che non avevano precedenti, a questi livelli qualitativi, in Lombardia (se si omette per certi aspetti il passaggio, pur breve, di Gentile da Fabriano). Ideatore e artefice di questo innesto, che si rivelerà fondamentale per gli sviluppi in chiave di Rinascimento "umbratile" dell'arte padana, fu il cardinale Branda Castiglione, milanese di origini (nato intorno al 1350 e morto nel 1443) e personaggio di caratura internazionale per la sua attività di diplomatico svolta in varie sedi d'Europa, in particolare in Ungheria, Polonia, Boemia e Germania, distintosi inoltre per l'impegno nel ricomporre la frattura sorta all'interno della Chiesa appoggiando il ritorno a Roma di papa Martino V Colonna. Il fiorentino Vespasiano da Bisticci lo definì non a caso "uomo pratichissimo nelle cose appartenente al governo della corte di Roma". Fu proprio il lungo soggiorno romano di Branda, e la sua ammirazione per la nuova ondata artistica avviata da Martino V, spinse il cardinale milanese ad affidare incarichi a Masolino nella cappella in San Clemente (basilica di cui era titolare come cardinale) con Storie di santa Caterina e sant'Ambrogio. Non è un caso che, per la decorazione del palazzo, della collegiata e del battistero che, a partire dalla fine del secondo decennio del XV secolo, fece costruire nel piccolo borgo di Castiglione Olona, da cui proveniva la sua famiglia, Branda scelse ancora Masolino, chiedendo a quest'ultimo di prendere come modello e prototipo il celebre ciclo dedicato alla vita di san Giovanni realizzato nella basilica laternanese per il papa Colonna da Gentile da Fabriano e terminato, dopo la morte di quest'ultimo nel 1427, da Pisanello. Numerosi sono i riferimenti a quelle pitture, famossissime all'epoca (basti rammentare l'elogio espresso nel 1450 dal pittore fiammingo Rogier van der Weyden) e certamente conosciute apprezzate e viste dal vivo anche dal Castiglione, che in questo modo, riproponendole nel piccolo battistero, intendeva al tempo stesso omaggiare la politica di riforma della Chiesa avviata da papa Martino V. Gli affreschi del Battistero, la cui sequenza narrativa è tutt'altro che immediata, sviluppandosi su tutte le pareti senza soluzione di continuità, permettono di operare un'analisi dell'arte masoliniana nel 1435, termine cronologico di riferimento per la loro esecuzione, dal momento che si trova iscritto nel sottarco e non c'è motivo di dubitare della sua attendibilità, benché tale iscrizione non possa essere riferita alla mano del pittore. A questa data Masolino, oltre alla tradizionale sensibilità nei confronti dell'eleganza delle linee, dimostra di aver compiuto una certa maturazione nella resa drammatica degli eventi, che riflette, come si è detto, da una parte l'attenzione per il modello di Gentile da Fabriano e Pisanello in Laterano, dall'altra la conoscenza delle teorie albertiane. Dal punto di vista stilistico le pitture masoliniane mostrano tutti gli elementi tipici del suo linguaggio, a partire dalle luminose cormie e dalla delicata modulazione chiaroscurale delle figure, che si inseriscono nello spazio in un modo che non tiene per forza conto dei reali parametri proporzionali, per dare invece il massimo risalto all'efficacia narrativa degli eventi che si susseguono. E' stato giustamente ipotizzato che Masolino fosse assistito, per quanto riguarda l'intelaiatura architettonica-prospettica e i paesaggi, da un altro pittore, probabilmente dal senese Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta che collaborò con lui anche negli affreschi del palazzo del cardinale, sempre a Castiglione Olona. Più incerta appare la collaborazione di Bono da Ferrara, ipotizzata per l'esecuzione di un volto dipinto a secco nell'episodio dell'Incontro fra Gesù e il Battista che predica.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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