Isaia

dipinto, post 1435 - ante 1435

L'arco divide l'aula principale della cappella da una zona absidale di ridotte dimensioni. E' dipinto sia nella parte esterna sia nell'intradosso. All'esterno dell'arco è leggibile soltanto la zona di destra, dal momento che la parte sinistrra è compromessa dal pessimo stato di conservazione: in alto trova posto un angelo che regge un cartiglio (la cui scritta è illeggibile), mentre a destra è visibile il Martirio di san Giovanni. L'intradosso, invece, presenta tre dottori della chiesa (Girolamo, Ambrogio e Gregorio Magno) entro finte nicchie, intenti a scrivere e a studiare nei loro studioli, mentre in basso sono presenti Isaia, a destra, e una sibilla (da taluni identificata come un giovane profeta) a sinistra.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Masolino Da Panicale (1383-1440 Ca.)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Museo della Collegiata
  • INDIRIZZO Via Cardinal Branda, Castiglione Olona (VA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le scene presenti sulla parete esterna dell'arco continuano, nella parte bassa a destra, il racconto giovanneo, soffermandosi sul suo martirio avvenuto per decapitazione. Si tratta di un brano pittorico ancora conservato e apprezzabile, che denota una certa attenzione, da parte di Masolino, per la resa veridica dell'episodio. L'esecuzione del Battista, infatti, avviene davanti all'ingresso della prigione, descritta come un edificio merlato dal quale si eleva una torre. La decollazione deve ancora compiersi: Giovanni è a terra, mentre il suo giustiziere sta brandendo la spada, apprestandosi a farla vibrare e per questo sta caricando il colpo portando l'arma dietro alla schiena. Nella parte sommitale dell'arco si scorge soltanto uno dei dei angeli che reggevano un cartiglio ora illeggibile, e che in origine conteneva probabilmente un nmessaggio di carattere generale, forse una confessione d'intenti da parte del committente della decorazione, il cardinale Branda Castiglioni. Nel sottoarco la rappresentazione delle scene si concentra sulla analitica descrizione dei dettagli, in particolare dei particolari che connotano gli ambienti nei quali prendono posto i dottori della Chiesa: si veda, per esempio, con quale attenzione vengono restituiti i libri appoggiati sui ripiani alle spalle di san Gregorio Magno e di Girolamo; la stanza di Ambrogio è ancora più spoglia e caratterizzata da pochi oggetti, sia pur riconoscibili. E' stato suggerito che la figura di san Gregorio rimandi al ritratto di papa Martino V: se così fosse sarebbe un'ulteriore conferma dell'inteto celebrativo, in chiave filopapale, del ciclo del battistero. Sulla esatta metà dell'introdosso, in corrispondenza del vertice dell'arco si trova la data 1435, che non corrisponde alla scrittura di Masolino ma sicuramente è stata dipinta nell'intonaco fresco, quindi fornisce un termine cronologico per l'intera elaborazione del ciclo. Dal punto di vista stilistico le pitture masoliniane mostrano tutti gli elementi tipici del suo linguaggio, a partire dalle luminose cormie e dalla delicata modulazione chiaroscurale delle figure, che si inseriscono nello spazio in un modo disinvolto, che non tiene per forza conto dei reali parametri proporzionali, per dare invece il massimo risalto all'efficacia narrativa degli eventi che si susseguono.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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