Profeta
scultura,
ca. 1390 - ante 1410
Uomo con capelli riccioluti e barba lunga riccioluta. Sotto al mantello si intravede la veste. Il manto lascia scoperta la punta del piede destro e parzialmente due dita del piede sinistro. Tra le mani tiene un cartiglio srotolato totalmente mancante nella parte centrale. Il volto è leggermente ruotato verso sinistra. Sul retro: vi è un inizio di definizione formale e la superficie e presenta i segni della sbozzatura (subbia), al centro del busto è inserito, in un piccolo alloggiamento, il gancio d'ancoraggio in ferro, saldato al marmo con piombo.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO scultura
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MATERIA E TECNICA
marmo scultura
- AMBITO CULTURALE Ambito Franco - Tedesco
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Veneranda Fabbrica del Duomo
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale - complesso
- INDIRIZZO Piazzetta Reale, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE A causa della scarsità di documentazione e della quantità di scalpellini che lavoravano in quegli anni presso il cantiere, risulta pressoché impossibile attribuire l'opera. La Bossaglia l'avvicina all'ambiente francese tramite i confronti con la statuaria della cattedrale di Reims. Nella statuaria delle cattedrali gotiche francesi alcuni stilemi corrispondono. In particolare nella statuaria della cattedrale di Reims si possono trovare analogie somatiche soprattutto per quanto riguarda gli zigomi pronunciati, il naso di piccole dimensioni, e la modalità della resa dei capelli a chiocciola. C'è da considerare però che la statuaria di Reims risale al XIII secolo ed essendo statue colonne non presentano la stessa possenza fisica ne gli stessi panneggi così addolciti nelle estremità. Rossi invece associa la tipologia di resa della corporatura e della fisiognomica ai peducci di Buda ascrivibili all'ambito parleriano. In effetti gli elementi stilistici e plastici che compongono tale scultura sono molteplici, gli stilemi presenti provengono da diverse maestranze. La modalità per esempio di fattura dei capelli a chiocciola deriva dalle sculture del XIII di Reims, come alcuni tratti somatici. L'influsso delle maestranze di Buda è visibile nella squadratura della testa e nella possenza fisica. La concomitanza di queste caratteristiche non aiuta a definire l'ambito a cui appartenne lo scultore che fece questa statua. Ciò è però spiegabile dalla stretta convivenza di queste maestranze, tedesche e francesi, all'interno del cantiere alla fine del 1300. Questa vicinanza ha fatto si che si potessero "guardare" l'un con l'altro e di conseguenza assorbire i reciproci stilemi. Che risultano sicuramente stemperati dai disegni-modello che, eseguiti da maestranze locali, venivano dati agli scalpellini. Questa scultura dunque si può attribuire ad un ambiente franco-tedesco. la statua proviene dal capitello del pilone 84
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302035444
- ENTE SCHEDATORE R03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0