Decorazione di parete e di soffitto

disegno, 1725 - 1749

disegno eseguito a mano libera e con tiralinee a inchiostro bruno a penna, le ombreggiature sono precisate con acquerellature di inchiostro; il supporto è carta avorio

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ inchiostro a penna/ acquerellatura
  • ATTRIBUZIONI Orlandi, Stefano (1681-1755/1760)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'"Indice" del tomo nel quale il marchese Giacomo Sardini lo aveva rilegato, il disegno viene definito: "Altro come sopra [leggi: Pieritto per dipingersi]". Il foglio sembrerebbe presentare una proposta per la decorazione ad affresco del punto di raccordo tra parete e soffitto. Alcune porzioni del disegno, dal ritmo accentuatamente mosso e articolato, corrispondono fedelmente all'intelaiatura architettonica dipinta da Stefano Orlandi nella sala delle Stelle in palazzo Manfredi a Faenza (Ravenna) tra il 1727 e il '28 insieme a Vittorio Maria Bigari, suo consueto collaboratore nelle vesti di figurista, che vi rappresentò il Carro della Notte. Nel Settecento, infatti, il palazzo subisce una serie di modifiche per adeguarlo alla nuova funzione di residenza dei governatori pontifici, comprendenti l'affrescatura dell'appartamento del Magistrato condotta dai due affiatati colleghi. Le affinità tra la versione grafica e quella ad affresco riguardano soprattutto il timpano spezzato culminante in un motivo a spirale e incorniciante un vaso baccellato colmo di frutta e fiori, come pure il timpano spezzato sottostante decorato da esuberanti elementi fogliacei resi con un tratto sicuro e nervoso. Tanto lo stile che la selezione del repertorio ornamentale avvicinano questo elegante disegno ad altri appartenenti alla stessa Collezione Sardini Martinelli (inv. 8,1; 8,4; 8,5; 8,20 recto; 8,3; 8,37-38 verso), parimente efficaci nella resa degli effetti plastici e tridimensionali grazie alla sapiente distribuzione del chiaroscuro, alcuni dei quali nel 1981 sono stati proposti all' Orlandi da Elisabetta Landi (Landi 1981, pp. 208-217). Non sappiamo se questo nucleo di disegni sia stato acquisito dal Sardini con la corretta paternità del bolognese, che entro il 1739 aveva lavorato a Lucca col concittadino Gioseffo Orsoni nel campo della scenografia teatrale (G.P. Zanotti, Storia dell'Accademia Clementina, Bologna 1739, II, pp. 254 e 260). In assenza di più precise notizie documentarie non possiamo escludere che queste prove grafiche siano state lasciate dallo stesso Orlandi nelle mani di qualche appassionato collezionista residente nella città toscana e da lì passate nella raccolta del marchese Sardini.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302025927
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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