Uomo di Orgosolo. figura maschile in abito tradizionale di Orgosolo

pupazzo,

Pupazzo in legno intagliato e dipinto; le articolazioni superiori e inferiori sono mobili. Il personaggio rappresentato è un uomo maturo e indossa l’abito tradizionale del paese di Orgosolo come testimonia il biglietto pinzato all’interno del tessuto. Sono presenti gli elementi caratterizzanti del vestiario barbaricino: copricapo, ripiegato sul davanti; camicia e pantaloni bianchi; corpetto rosso con bordo azzurro e giubba nera. I lineamenti del viso, la barba e le labbra sono resi - come di consueto in queste opere - in modo schematico, così come le mani sono stilizzate fino a diventare delle palette

  • OGGETTO pupazzo
  • ATTRIBUZIONI Tavolara Eugenio (1901/ 1963)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE p.zza Santa Caterina, 4
  • LOCALIZZAZIONE Pinacoteca Nazionale di Sassari
  • INDIRIZZO Ex Collegio Gesuitico "Canopoleno", Sassari (SS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Eugenio Tavolara è una figura di spicco del panorama artistico sardo del Novecento. Artista poliedrico e colto, risulta difficile da incasellare nei ruoli artistici tradizionali: fu scultore e designer, creò un nuovo linguaggio decorativo che, affondando le radici nella tradizione e nei suoi manufatti tradizionali, parlasse un idioma moderno, superando la banale citazione regionalista. Assieme a Tosino Anfossi e all’ebanista Gavino Clemente fonda nel 1925 la casa ATTE. Prodotto di punta per la ditta furono i pupazzi, seguendo la via tracciata da Edina Altara, la quale da giovanissima nel 1916 si distinse per l'originale creazione di piccoli pupazzi in cartone. La ricerca di semplificazione, l'incastro dei piani geometrici, la vivacità cromatica e lo stesso funzionamento meccanico dei pupazzi della casa ATTE rimandano alla lettura del tema data da Fortunato Depero, uno dei massimi interpreti delle arti decorative futuriste. Nel 1925 i giocattoli in legno intagliato e dipinto disegnati da Tavolara e Anfossi, abbigliati con abiti tradizionali in panno e stoffa, sono esposti alla Esposizione Internazionale di Parigi, dove ottengono sia l’attenzione della critica che la medaglia d'oro. Il successo e la felice sintesi iconica fa sì che la formula dei pupazzi venisse replicata nei decenni successivi. Non mancano le nuove serie di pupazzi di soggetto folkloristico, valga per tutte "La Cavalcata Sarda" esposta nel 1940 alla Triennale di Milano. Il nutrito seguito riproduce la sfilata che accolse a Sassari nel 1939 gli eredi al trono Savoia. Il fortunato soggetto fu replicato diverse volte sia ricavandone altre scene di "popolo", che per gruppi più piccoli o singoli pezzi. Il pupazzo in esame testimonia come le rigide schematizzazioni, tipiche dei primi pupazzi ideati da Tavolara, potessero essere riprese nei decenni successivi. Ancora non si percepisce pienamente quell’addolcimento dei piani e dei lineamenti tipico delle produzioni dei tardi anni ’40- primi anni ’50. In questo caso il volto del personaggio è particolarmente allungato, mentre per quanto riguarda il vestiario la dominante scura - il nero dell’orbace - favorisce una certa percezione di ieraticità del personaggio. Sebbene la stessa oggettualità dei pupazzi possa essere ricondotta al gioco, anche nelle produzioni tarde si conserva il tratto primitivista delle origini e tali opere, spesso riunite in piccoli nuclei, divennero nelle collezioni di appartenenza un garbato e decorativo simbolo identitario
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000249454
  • NUMERO D'INVENTARIO 688
  • ENTE SCHEDATORE Pinacoteca Nazionale di Sassari
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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