Spiaggia in abbandono. paesaggio marino
dipinto,
ca 1995 - ca 1995
Calvi Vittorio (1933/)
1933/
Dipinto realizzato a olio, tempera e pastello a cera su cartone raffigurante un paesaggio marino: sotto un cielo nuvoloso una spiaggia deserta, disseminata da numerosi detriti portati dal mare, è interrotta da una duna sulla sinistra sulla quale è un casotto di legno. Sullo sfondo le creste del mare agitato
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
cartone/ pittura a olio/ pittura a tempera/ pastello
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ATTRIBUZIONI
Calvi Vittorio (1933/)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE MUS'a Pinacoteca al Canopoleno
- LOCALIZZAZIONE Collegio Gesuitico Canopoleno (ex)
- INDIRIZZO Piazza Santa Caterina, 4, Sassari (SS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera, fa parte della collezione di Vincenzo Marras generosamente donata allo Stato nell'ottobre del 2008. Autore del dipinto è il pittore Vittorio Calvi, nato nel 1933 a Sassari dove vive e lavora. Diplomato in Decorazione Pittorica presso l'Istituto d'arte di Sassari sotto la guida dei Maestri Filippo Figari, Eugenio Tavolara, Stanis Dessy e Vico Mossa, dopo un periodo dedicato alla ricerca e allo studio delle nuove correnti artistiche, la sua pittura subisce il fascino della "Nuova Figurazione" che influenzerà in seguito tutta la sua produzione. Annovera sue opere in collezioni pubbliche e private. Testo critico da: Giuliana Altea/ Marco Magnani, ''Aspetti della figurazione", 1997: "Vittorio Calvi Appartiene ad una generazione formatasi tra gli anni cinquanta ed i primi sessanta a ridosso delle esperienze informali, delle quali ha tenuto conto senza identificarsi; più tardi ha attraversato la stagione delle neo avanguardie senza farsene coinvolgere, rimanendo fedele alle ragioni della pittura, ed in una posizione in qualche modo dialogante con quella della Nuova Figurazione, tendenza che dalla metà degli anni sessanta riproponeva con varie declinazioni stilistiche una linea di continuità con la tradizione pittorica, nell'intento di opporsi alla ripresa avanguardistica contemporanea, vista come formalistica e disumanizzante. Questo fondo umanistico, di matrice lirico-esistenziale, è appunto ciò che distingue Calvi dai più recenti filoni neopittorici, che si muovono nell'orizzonte della disintegrazione post moderna dell'identità e del soggetto. Calvi ha imboccato successivamente una strada diversa, che lo ha allontanato dalle atmosfere fantastiche, per condurlo ad una visione intrisa di pessimismo esistenziale. Se l'esigenza di un confronto col reale, non sfocia per lui in un rapporto puramente mimetico con le cose si traduce però in opere fortemente permeate dalle tensioni legate al vivere sociale. Nelle sue tele passano rapide, quasi intraviste dal finestrino di un treno in corsa, immagini di silenziosi squarci metropolitani, di periferie livide e solitarie, di spiagge deserte o animate appena di mute presenze, di giochi infantili senza gioia: altre volte la scena si blocca sulla fissità di paesaggi urbani la cui nitida precisione ottica non produce certezze ma inquietudine e disagio. Una pittura colta, che ha saputo distillare dalle fonti più svariate - dalla lezione di Hopper all' eredità dell' informale, alle ricerche di Pittura-Scrittura a certi spunti della Pop italiana - quanto le occorreva per rendere più penetrante e sottile il malinconico disincanto che ne trapela". (Fonte: www.sardegnacultura.it)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000240841
- NUMERO D'INVENTARIO 409
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI in basso a destra - V. Calvi - a pennello -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0