stemma comunale

dipinto, post 1657 - 1699

Nella parte esterna della cappella pisana del Duomo. Partendo da sinistra, rispettivamente: nel campo del secondo archetto, nel campo del terzo archetto, al di sopra dell'arco della bifora. I stemma: entro corona fogliacea, partito e spaccato sembrerebbe notarsi i pali d'Aragona; II scudetto: croce rossa di S. Giorgio in campo bianco, avente nei cantoni quattro teste nere di mori bendati, (sembrerebbe) rivolti verso il centro della croce, entro volute fogliacee e coronato. Al di sotto dei due scudi è un cartiglio, con iscrizione. Della carta geografica rimane solo la parte settentrionale, disposta a cavallo dell'arco della bifora. Su fondo celeste (mare) si stagliano i contorni della Sardegna, in cui sono segnati i monti, le valli (marrone - verde), in modo ripetitivo e schematico. Si possono leggere, inoltre, i nomi delle città e dei villaggi (dipinti in nero e rossiccio)

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Bottega Sarda
  • LOCALIZZAZIONE Cagliari (CA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il cattivo stato di conservazione non permette di distinguere con esattezza i piccoli dettagli. le bende sulla testa dei mori sembra non coprano gli occhi, ma siano alzate sulla fronte. Lo stemma, creato in Aragona da Pietro il Grande (1276 - 1285), comparve per la prima volta in Sardegna nel frontespizio dei Capitols de Cort del Stament militar de Sardenya, pubblicati a Cagliari nel 1590 da P.J Arquer, come riedizione dell'omonima opera curata da F. Bellit nel 1571. Lo scudo presenta il moro con gli occhi liberi, aperti; le bende erano sulla fronte. Lo scudo venne abbinato al regnum Sardiniae a partire dal secolo XV, ma assunse il carattere ufficiale e autoctono del Regnum Sardiniae solo quando apparve nelle emissioni monetarie della Zecca di Cagliari, fatte all'epoca di Filippo IV (1621 - 65). Nella seconda metà del '700 i mori comparvero con la benda sugli occhi. Il tipo di cornice che circonda lo scudo del Duomo sembrerebbe simile a quello del 1590. Secondo una tradizione orale la carta geografica sarebbe stata eseguita durante il periodo della peste (1656 - 57); quando murata dall'esterno la bifora si creò lo spazio necessario per l'affresco. Quest'ultimo originariamente comprendeva l'ampiezza della bifora e mostrava l'intera Sardegna. I lavori di restauro dei primi del '900, riportando alla luce l'esterno della bifora, non tennero in considerazione il dipinto seicentesco. L'affresco, quasi sicuramente, si rifaceva ad un'incisione, sul genere di quella dovuta al padovano G.A. Magini - Bologna, 1620; o alla derivazione da quest'ultima per l'Atlas Novus sive Theatrum Orbis Terrarum... (Omissis), di J. Jansson - Amsterdami 1642 - 44, dove compare lo scudo dei quattro mori (identico a quello dell'affresco)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000046335
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sotto l'affresco - (Ve)r(d)adera - Descripcion de la Isla de Sardena - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1657 - 1699

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE