Giovane con anfora. Giovane con anfora
scultura,
Bonanno Rinaldo (attribuito)
1545/46
Fontana in marmo bianco di Carrara scolpita da Rinaldo Bonanno nel 1561. Raffigura un giovane con anfora
- OGGETTO scultura
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ATTRIBUZIONI
Bonanno Rinaldo (attribuito): scultore
- LOCALIZZAZIONE Museo Regionale Accascina
- INDIRIZZO Viale della Libertà, 465, Messina (ME)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Anticamente la fontana si affacciava sulla piazzetta di Santa Caterina ed era addossata al muro della chiesa di Sant’Angelo dei Rossi. Lo storico messinese Bonfiglio (1606) cita i nomi dei senatori committenti e la data 1563 di collocazione. L’opera è riferita dal Vasari (1568) al Montorsoli, ma l’artista era già partito da Messina nel 1557 e muore a Firenze nel 1563. Il Susinno (1724) attribuisce la scultura a Rinaldo Bonanno, il quale nel 1559 entra a far parte della bottega di Martino Montanini già aiuto del Montorsoli. Partito il Montanini nel 1561, passò nella bottega di Andrea Calamecca divenedo in seguito suo genero. Anche il Samperi (1742) conferma la paternità allo scultore messinese. Verso la metà del XVIII secolo la fontana fu spostata nella piazzetta vicina alla chiesa di San Sebastiano, come riferisce il Gallo (1766) ritenendola alquanto rovinata. Collocazione riportata anche dal Grosso Cacopardo (1826) e dal La Farina (1840), i quali riconducono l’esecuzione al Bonanno. Intorno al 1862 la fontana era scomparsa come informa il Di Marzo (1882), ma viene individuata dalla Saccone (1960) tra i marmi depositati al museo di Messina dopo il terremoto del 1908. L’Accascina (1968) la identifica confermandone l’attribuzione al Bonanno, seguita dalla La Barbera (1984) e dalla Campagna Cicala (1986, 1992). La scultura stilisticamente trova affinità con la Natività eseguita dall’artista nel 1569 per le modalità di esecuzione con parti aggettanti a tutto tondo e altre incise in superficie. Sebbene la figura del giovane è molto abrasa e non permetta di cogliere i particolari, nelle linee essenziali si comprende la capacità del Bonanno di alleggerire la rigidità del plasticismo montorsoliano. L’influenza del maestro toscano è sempre presente in alcuni riferimenti tipici del suo stile come il volto pieno e le arcate orbitali sporgenti e arrotondate, come pure l’elemento del mantello rigonfio dietro l’immagine, riscontrabile nella fontana della dama con liocorno. In questa prima fase di formazione artistica del Bonanno è evidente l’influenza da modelli del Montorsoli, sopratutto nella ricerca dell’equilibrio classico della costruzione del corpo con rimandi alla scultura ellenistica. La tipologia a cui rimanda questa scultura è un noto calco in cera realizzato da Michelangelo, conservato a Firenze in casa Buonarroti, che ebbe ampia diffusione in copie di artisti del Cinquecento. L’elegante postura del giovane ricalca il prototipo toscano, riproducendo l’armonia del corpo di giovane adolescente dal capo riccioluto e volto lievemente ruotato, con l’appoggio tutto sulla gamba sinistra e quella destra presumibilmente lievemente aderente al suolo. Il braccio sinistro è disteso per l’impugnatura del lembo del mantello seguendo nella posizione quello dell’esemplare michelangiolesco, la cui mano però appare aderente alla gamba. Il braccio destro, mancante nel modello di riferimento, è realizzato in modo intuitivo sollevato per sorreggere l’anfora. Riscontri fisionomici si riscontrano con la scultura della fontana messinese di Gennaro o dell’acquario attribuita all’autore, per il corpo giovanile ben strutturato e per il volto pieno incorniciato da riccioli. Anche l’anfora dall’ampia ansa e dall’orlo fortemente arrotondato è similare. Pertanto anche se di difficile identificazione è il soggetto accompagnato dall’ariete e dal delfino, che sicuramente cela una interpretazione allegorica, potrebbe forse rappresentare acquario tra i segni zodiacali dell’ariete e dei pesci
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1900382932
- ENTE SCHEDATORE Museo regionale
- DATA DI COMPILAZIONE 2024
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0